Capitolo a parte merita l’incidente di Elia Riva occorso al numero 37 luganese dopo 38 secondi della seconda sfida con il Ginevra. Un fallo di Damien Riat lo mandava a sbattere contro la balaustra di fondopista, con la colonna cervicale flessa pericolosamente. I soccorritori si limitavano a sorreggere il barcollante difensore, ma non adagiarlo, in sicurezza, con collare di immobilizzazione sulla barella. Manovra quanto mai rischiosa, vista la dinamica dell’incidente: che cosa ci stanno a fare i mezzi di prevenzione se poi ci si comporta in modo tanto approssimativo? Buon per tutti che Elia Riva, ricoverato all’ospedale, ad un primo esame, non mostri deficit neurologici agli arti. Bisognerà attendere valutazioni più accurate per un quadro della situazione adeguato.
Quanto al ginevrino Riat, spedito giustamente negli spogliatoi pochi istanti dopo esserne uscito, non ha nessuna generica attenuante delle solite che, spesso, gli addetti ai lavori sogliono cimentare per “giustificare” l’accaduto: la stanchezza, la frustrazione. Speriamo che la giustizia sportiva commini le abituali due giornate e 500 Fr di multa, così episodi analoghi saranno ben lungi dall’essere scoraggiati.