Dopo la non-partita con lo Zugo, Pelletier rimescola le carte almeno in attacco, nulla potendo per quel che concerne la difesa. Mettendo i pimpanti Fazzini e Bertaggia alle ali di Arcobello, spera di raccogliere maggiore incisività in attacco. Per contro, però, la partita vede gli ospiti più propensi a modificare il trend negativo dopo quattro incontri finiti a bocca asciutta e, sulle scorta di un indiavolato terzetto Turunen – Corvi – Ambuhl, cominciano a mettere pressione alla retroguardia ticinese che capitola ben due volte nei primi minuti, compromettendo la lucidità e il morale bianconero. In effetti ci vuole parecchio perchè la formazione di casa rimetta il naso dalle parti del confermato Aeschlimann, battuto da Burgler in avvio di ripresa. Quando Herzog ribadisce le distanza (gli arbitri visionano a lungo le immagini, ma il Lugano ha ragione di lamentarsi per il bastone alto dell’attaccante grigionesse), il Davos diventa padrone della situazione e comanda a piacimento. L’episodio che potrebbe ribaltare la partita arriva al 47′: Corvi ingenuamente spinge lontano un bastone rotto sul ghiaccio e provoca un inutile rigore che Fazzini trasforma e mette le ali ad un ritrovato Lugano. Troppo tardi per rimettere in carreggiata una partita dove il Davos (episodio terza rete a parte) ha sicuramente meritato il vantaggio.