In quel di Losanna poteva essere trasferta molto insidiosa, considerato che i vodesi venivano da striscia positiva che li aveva spinti in acque meno burrascose (terzo posto in classifica e 12 punti nelle ultime 5 partite). Invece, il Lugano che non ti aspetti, ci mette davvero poco a prendere in mano il bandolo della matassa e avviluppare il rientrante Botshauser in un gomitolo di dispiaceri. Non che il portiere abbia colpe specifiche (a dire il vero non è stata, e forse non lo poteva essere, neppure la giornata migliore), ma corroborato da una difesa approssimativa, si è dovuto chinare ben sette volte a raccogliere dischi finiti alle sue spalle. Agevolati dalla situazione, bisogna ben dire che i bianconeri non hanno gettato alle ortiche la situazione favorevole, ma hanno continuato a tenere ben desta l’attenzione, portando a casa tre punti affatto scontati e che li issano, finalmente, sopra la fatidica linea. Certo, dire che il malato sia d’improvviso guarito, è sicuramente azzardato. Più volte in passato ci aveva illuso. Se sia l’inizio di un capitolo piacevole ce lo dirà fra tre giorni la pista di Zurigo con i soliti ostici Lions.
UN ENCOMIABILE AMBRI’ BATTE LO ZUGO
Nella logica delle cose, la trasferta di Zugo appariva abbastanza proibitiva, visto il ruolino di marcia degli svizzero centrali, soprattutto alla Bossard Arena, e le defezioni in casa leventinese: fuori gli acciaccati Novotny (dunque solo tre stranieri presenti), Conz e Moor; dentro, di necessità virtù, Hughes come back up, Mazzolini tredicesimo e il debuttante Sacha Torques, cresciuto nelle giovanili del Lugano e prelevato dai Rockets. E l’avvio è di quelli che non ti aspetti, con la rete di Rohrbach e, in rapida sequenza, quelle in short hand di Kostner e Kubalik, la sassata di D’Agostini per un 4 – 0 in meno di 10 minuti. Tutto facile? Ma nemmeno a pensarlo! Perché lo Zugo ha cominciato a pigiare sull’acceleratore e costretto alla corda gli uomini di Cereda che hanno cercato di ribattere, colpo su colpo, in contropiede, pur rimanendo per buona parte del secondo periodo e del terzo in trincea. Meno male che Bianchi aveva la forza di condurre, con Kostner, un lavoro monumentale in power play da consentire l’allungo del momentaneo 5 – 1, perché la disattenzione del sovrannumero (ancora una volta fatale) e una seconda penalità quasi contemporanea, consentivano allo Zugo un 5 vs 3 che non si lasciava scappare. La deviazione volante di Suri sorprendeva Manzato sopra la spalla per un 5 – 3 che metteva fuoco sul ghiaccio per gli ultimi 20, incandescenti minuti. La diga, con un coraggio d’altri tempi, reggeva e Tagnes tentava il tutto per tutto con l’empty net addirittura a 5 minuti dalla sirena. Trisconi, a una manciata di secondi dalla fine, aveva la deviazione buona per strappare quel 6 – 3 meritatissimo e sudatissimo che porta a casa tre punti pesantissimi. Ancora sugli scudi un complesso di squadra che ha sopperito alle assenze con il cuore e la determinazione, trovando con la classe operaia anche la via del gol (ancora Kostner, Bianchi, Trisconi), senza lasciare incompiuto il lavoro massacrante contro la miglior linea avversaria. Comunque vada, giù il cappello … c’è l’Ambrì!
LUGANO AVANTI CON CONFUSIONE
Diceva un saggio mister del pallone che amava prendersi gioco dei “tecnici”: squadra che gioca male, ma vince, è destinata a crescere. Probabilmente sarà così anche del Lugano, che ha arrancato per tutta la partita senza capirci un gran che, ma alla fine è riuscito ad evitare la sconfitta, anche con una dose di fortuna, il che conforta il pensiero di cui sopra. Lo spettacolo per i 6700 della Resega c’è stato comunque: l’appendice dei rigori ad oltranza, con i lampi di tecnica di Klasen, Fazzini e Tommernes (questi ultimi due con quattro rigori ciascuno). Per il resto due formazioni che vivacchiano a livello della linea di galleggiamento, con evidenti difficoltà sia nella costruzione del gioco, sia nella scarsa coesione degli uomini sul ghiaccio. In tali casi sono gli episodi a fare la differenza, ed il Lugano li ha avuti (almeno i due fondamentali) dalla sua parte: la rete di Jorg per il momentaneo 2 – 2 (concessa dagli arbitri dopo meditazione al video) apparsa un coacervato di infrazioni; il salvataggio sulla linea di porta di Hofmann (chi se non lui l’onnipresente?) a fermare disco che aveva già superato la prima striscia rossa e si avviava, lemme lemme, in fondo al sacco, pochi secondi prima della terza e decisiva sirena.
L’AMBRI’ SCIVOLA SUI DETTAGLI A LANGNAU
Non ha giocato male la formazione di Cereda, ma qualche episodio ha fatto la differenza alla Ilfis dove, si sa, non è pista sulla quale scherzare. Due penalità per sovrannumero sono costate altrettante superiorità che il Langnau ha capitalizzato nel migliore dei modi con Eero Elo, autore di una doppietta, cosa che ha di fatto sancito il risultato dell’incontro. Mettici che, sullo 0 – 0, Ciaccio si è reso protagonista della parata “dell’anno” su tiro a porta vuota di Fora, capisci che le tossine del derby hanno, a lungo andare, tolto energia ad una formazione leventinese apparsa ancora tonica, ma non al punto da portare a casa qualcosa per la classifica che, da stasera, ha un paio di formazioni (Langnau, appunto, e Losanna) che si sono leggermente scrollate di dosso il fiatone sul collo delle inseguitrici.
ALL’AMBRI’ ANCHE IL SESTO DERBY
Non succedeva da anni che i bianco blu si aggiudicassero la maggioranza dei derby in stagione, ma la truppa cuore e umiltà di Luca Cereda ha raggiunto anche questo, magari poco significativo, ma incoraggiante traguardo. E’ stata una partita emozionante, sempre in bilico e aperta a qualsiasi risultato, sino alla fine: i 6.500 della Valascia possono tornare a casa soddisfatti. Vedere una stessa partita da due opposti punti di vista (quello bianconero e quello bianco blu), specie in questa circostanza, ti consente di verificare come a merito dell’uno corrisponda mancanza dell’altro, a presa di possesso delle operazioni faccia riscontro, sul fronte opposto, subire gli eventi. Così è stato, dove in avvio di partita, diciamo nei primi 10 minuti, il Lugano pareva avere messo una seria ipoteca sull’esito finale: rapido 2 – 0, poi 3 – 1. Poco in arnese la retroguardia di casa, tanto frizzante l’attacco sottocenerino, dove Hofmann (seconda rete da antologia!) con una doppietta pareva dare sicurezza e riferimento a tutti i compagni. Qualche minuto di assestamento e l’Ambrì macina il suo programma: lavoro e sacrificio, pattinaggio a tutta pista. Insomma, prima della sirena, 3 – 3 con doppietta di Hofer, sempre più duttile e convincente. Da qual momento le operazioni passano saldamente nelle mani dei padroni di casa, con un Lugano sempre più aggrappato alla volontà dei singoli e a recitare la solita musica: vorrei, ma non posso.

Qualche episodio controcorrente (la rete di Plastino e il palo di Hofmann) non inficia la nettezza della vittoria leventinese. La rete di Chiesa, tutto solo a centro ghiaccio mentre in nove lottavano alle assi, non ha scalfito la sicurezza della squadra di Cereda: nessun panico nei 4 minuti finali, anche grazie alla rete di Bianchi (6 – 4 finale) e al palo, a porta vuota, di Kubalic (ma i pali di Merzlikins avevano già risuonato più volte). Ireland ha provato a spremere le due sole linee su cui aggrapparsi: la compattezza di squadra avversaria è stata bel altra cosa. Non è un caso che le reti siano arrivate dai Kostner e Bianchi, quella linea dal valore inestimabile che lotta e combatte contro la migliore avversaria e che, oggi, oltre al solito lavoro oscuro, si è presa il lusso dei riflettori. Certo poco cambia in ottica play off: nulla è perduto, nulla è deciso, ma i dubbi nella testa dei sottocenerini sono ancora di più dal sessantesimo della Valascia.

Sulle altre piste il DAVOS passa a GINEVRA (5 – 2), ma perde Corvi; il BERNA, con il minimo sforzo, timbra il cartellino con il RAPPERSWIL (3 – 1); lo ZUGO (4 – 2) vive di rendita su assolo dei suoi uomini faro (Diaz e Martschini su tutti) lasciando al LANGNAU solo la soddisfazione di aver centrato una caterva di pali; lo ZURIGO (4 – 2) espugna BIENNE ed il LOSANNA (3 – 0) spegne gli entusiasmi del FRIBORGO, ormai da due partite consecutive all’asciutto.
AMBRI’: SUDORE E FATICA
Non è stata una bella partita, ma alla fine, sudati e meritati, i punti della vittoria all’overtime sono arrivati a corroborare la classifica dei leventinesi. Che non fosse agevole giocare contro il Ginevra, seppure poco ispirato nelle ultime sette partite, dove ha collezionato sei sconfitte, lo si sapeva; aggiungi una serata delle meno incisive degli uomini di Cereda, oltre alle assenze di Novotny e Dotti, e allora non è difficile comprendere che i 5300 della Valascia hanno trascorso serata di … passione. McSorley ha impostato la sua formazione sulla rottura del gioco altrui e su rapide incursioni della sua linea migliore (Winnik – Richard – Wingels), costringendo Conz (quarto shut out della stagione) ad una prestazione maiuscola, senza la minima concessione. La forza dell’Ambrì è stata quella di serrare le fila come squadra nei momenti (tanti) di inferiorità numerica (un 5 – 3 nel secondo periodo e 4 minuti di Fora nel terzo), costruendo, paradossalmente, le occasioni più ghiotte e pericolose. In ogni modo vittoria è stata, ancora frutto della determinazione (questa volta di Muller) nell’inseguire disco nel terzo avversario costringendo i difensori all’errore; poi ci ha pensato, come sua abitudine, Kubalik a fare esplodere la Valascia dopo solo 17 secondi!

Nelle altre partite il BERNA torna al successo a BIENNE (4 – 2) dopo essersi fatto raggiungere (2 – 2) dal duo finlandese Karki – Rajala; seria ipoteca del LANGNAU ai play off con la vittoria (all’OT) contro un DAVOS che, anche nella matematica, da stasera deve prepararsi alla sfida con il Rapperswil per evitare brutte sorprese; cade ancora lo ZURIGO senza attenuanti a ZUGO (3 – 0)
LUGANO: LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL?
Con una prova discretamente convincente, soprattutto sotto il profilo del gioco di squadra e l’assenza di black out nel corso della partita, il Lugano incasella tre importantissimi punti che lo agganciano definitivamente al trenino delle ultime sopra la linea (tra cui l’Ambrì, ma con una partita in meno). Fa morale anche il secondo shut out consecutivo di Merzlikins (4 – 0 al Davos, 3 – 0 allo Zugo), tornato, dopo acciacchi e disavventure, a offrire prestazione consistente, anche se, a dire il vero, non è stato necessario profondere miracoli. Ma questo è anche merito della difesa che ha saputo tenere a debita distanza l’attacco svizzero centrale. La rete decisiva è stata quella di Bertaggia, che ha sbloccato anche il risultato nel secondo periodo: ottimo assist di Klasen e assolo solitario di Alessio a superare Aeschlimann in back hand. Nel finale sono poi arrivate le reti di Lajunen e Lapierre (a porta vuota). Il malato non è per nulla guarito, ma i segni di ripresa sono evidenti. In più la classifica (che nessuno dice di guardare, ma che, a conti fatti, mette fuoco sotto i … piedi) appare meno penalizzante e, si sa, da cosa nasce cosa…

Nelle altre partite, il FRIBORGO, squadra più in forma del momento, incasella la terza vittoria consecutiva espugnando (4 – 1) la pista di BERNA; continua a segnare il passo il DAVOS, castigato in casa dal LOSANNA (3 – 1), non decolla neppure il RAPPERSWIL, cui la sconfitta di Coppa non ha dato mordente, schiacciato (6 – 2) dal BIENNE trascinato dal nuovo finlandese Karkj e dal rientrante (dopo infortunio) Fuchs; si stacca dal gruppo il GINEVRA che casca alle Vernets per mano del LANGNAU che non ha schierato il nuovo ingaggio, l’italocanadese Stefano GIULIATI, ma ufficializzato, per la prossima stagione, l’arrivo del difensore friburghese Sebastian SCHILT.
LA COPPA ALLO ZUGO
Lo Zugo torna al successo nella Coppa Svizzera (il primo risale al 1998) battendo al Lido il Rapperswil, detentore del trofeo e per la seconda volta consecutiva protagonista dell’atto conclusivo. Purtroppo, per i sangallesi non c’è stata storia o quasi, dato il netto vantaggio degli svizzero centrali alla prima sirena: 3 – 0. Il tempo centrale ha registrato il sussulto degli uomini di Tomlisson, ma la pressione esercitata ha partorito il solo gol di Clark; troppo poco per rendere la vita dura a Marschini e compagni che hanno assestato il colpo decisivo nella fase finale della partita.
Hockeymercato 2019

LAUPER ADRIEN > FRIBORGO
GUERRA SAMUEL > DAVOS
DAL PIAN GIACOMO < LANGENTHAL
FOHRLER TOBIAS < ZUGO ACCADEMY

LAMMER DOMINIC < ZUGO
SURI RETO < ZUGO
ZANGGER SANDRO < LOSANNA
REUILLE SEBASTIEN > RITIRO
ULMER STEFAN > BIENNE
HOFMANN GREGORY > ZUGO
CUNTI LUCA > BIENNE

GENONI LEONARDO > ZUGO
KAMERZIN JEREMIE > FRIBORGO
PESTONI INTI < DAVOS
GERBER JEREMI < SETT. GIOVNILE
SCHLEGEL NIKLAS < ZSC LIONS

CUNTI LUCA < LUGANO
ULMER STEFAN < LUGANO
GUSTAFSSON ANTON < LANGNAU
DIEM DOMINIK > ZSC LIONS
SCHMUTZ JULIEN > LANGNAU
PEDRETTI MARCO > ZSC LIONS
EARL ROBBIE > LANGNAU
MAURER MARCO > GINEVRA SERVETTE

HELDNER FABIAN > LOSANNA
SENN GILLES > NEW JERSEY DEVILS
RODIN ANTON > BRYNAS
PESTONI INTI > BERNA
HERZOG FABRICE < ZSC LIONS
GUERRA SAMUEL < AMBRI’ PIOTTA
AESCHLIMANN SANDRO < ZUGO

LAUPER ADRIEN < AMBRI’ PIOTTA
DESHARNAIS DAVID < AVANGARD OMSK
STALBERG VIKTOR < AVANGARD OMSK
KAMERZIN JEREMIE < BERNA
SCHILT SEBASTIAN > LANGNAU
MEUNIER LAURENT > RITIRO

MAURER MARCO < BIENNE
KARRER ROGER < ZSC LIONS
MIRANDA MARCO < ZSC LIONS
LE COULTRE SIMON < MONCTON WILDCATS
ALMOND CODY > LOSANNA
MARTINSSON ERIC > HV71
VUKOVIC DANIEL > RAPPERSWIL

HELDNER FABIAN < DAVOS
ALMOMD CODY < GINEVRA SERVETTE
STEPHAN TOBIAS < ZUGO
ZANGGER SANDRO > LUGANO
IN – ALBON LOIC > LANGNAU
RITZ MATTEO > LE CHAUX – DE – FONDS

GUSTAFSSON ANTON > BIENNE
PETER EMANUEL > RITIRO
EERO ELO > LUKKO
EARL ROBBIE < BIENNE
SCHILT SEBASTIAN < FRIBORGO
SCHMUTZ JULIAN < BIENNE
IN – ALBON LOIC < LOSANNA
STURNY JULES < VISP
ANDERSONS TOMS < LANGENTHAL

DUFNER MAURO < GINEVRA SERVETTE
FORRER SANDRO < FRIBORGO
VUKOVIC DANIEL < GINEVRA SERVETTE
DUNNER NICO < LANGENTHAL
HELBLIG TIMO > RITIRO
KNELSEN DION > OLTEN
LINDEMANN SVEN > RITIRO

GENONI LEONARDO < BERNA
HOFMANN GREGORY < LUGANO
BACHOFNER JEROME < ZSC LIONS
STEPHAN TOBIAS > LOSANNA
EVERBERG DENNIS > ROGLE
ROE GARRETT > ZSC LIONS
SURI RETO > LUGANO
LAMMER DOMINIC > LUGANO
AESCHLIMANN SANDRO > DAVOS

BACHOFNER JEROME > ZUGO
MIRANDA MARCO > LOSANNA
HERZOG FABRICE > DAVOS
KARRER ROGER > GINEVRA SERVETTE
SCHLEGEL NIKLAS > BERNA
PEDRETTI MARCO < BIENNE
DIEM DOMINIK < BIENNE
ROE GARRETT < ZUGO
TRUTMANN DARIO < LOSANNA
AMBRI’ PIU’ FORTE … DI TUTTO! LUGANO BENE, MA SI SPERA NELLA CONTINUITA’
2 febbraio 2019
L’Ambrì, dopo le sconfitte … onorevoli, mette sotto uno Zugo in gran spolvero e rende felici i beniamini della Valascia con una prestazione di maturità e sostanza che gli vale il rispetto di ogni formazione che lo affronti. Non molti, a dire il vero, avrebbero continuato a macinare occasioni e gioco nonostante gli inciampi capitati, strada facendo, nella contesa: da due episodi di “quasi gol” (le immagini effettivamente non danno la certezza che il disco abbia varcato la linea), dalla rimonta zugana in 5 contro 3 con due penalità contemporanee fischiate a Hofer (ma forse era più trattenuta dell’avversario!) e Guerra, alle penalità, nel finale, clamorosamente ignorate (palese quella su Kubalic), alla traversa di Fora a 5 secondi dalla terza sirena. La squadra di Cereda ha proseguito a testa bassa alla ricerca di quel successo che era strameritato, sino al tocco di Kubalic (ancora monumentale) che ha fatto “esplodere” a Valascia. Ma il grande merito dei biancoblu sta nella crescita globale di tutta la formazione che ha serrato le fila, tamponando con D’Agostini centro il vuoto lasciato da Novotny, inserendo nel terzetto un frizzante e sostanzioso Dario Rohrbach (una rete e … quasi), pattinando cambio dopo cambio e profondendo energie in ogni momento della contesa. Allo Zugo, forte di una formazione consistente, con uno Stephan rientrante ma saracinesca, una panchina lunga, da ammortizzare le assenze di Roe e McIntyre, non è restato che inseguire, spremendo a tratti i migliori (Martschini due minuti filati nel power play in 5 contro 3), guadagnando, a conti fatti, un punto che appare anche generoso.
Nel sottoceneri una boccata di ossigeno per calmare le acqua agitate (voci e smentite sulla presidenza che sono più testimonio di malessere generale che notizia). Il malcapitato Davos, cui l’allontanamento di Del Curto ha, a conti fatti, lasciato tutto come prima (qualche punto, ma tanti quanti il Rapperswil!) deve ringraziare Senn se le proporzioni del punteggio non hanno assunto connotati umilianti. Il Lugano è partito a testa bassa e ha macinato gioco e occasioni, senza mai togliere il piede dall’acceleratore, sorretto da un Klasen tornato a brillare e a marcatore in tutte le segnature della serata. Il problema resta la continuità: anche a Zugo la vittoria pareva scacciare i fantasmi, puntualmente ricomparsi con il Langnau.
RINNOVI … A RAFFICA
Grande soddisfazione per la notizia (a proposito davvero azzeccato anche il video che la annunciava) del rinnovo di ben cinque giocatori biancoblu: da Novotny (un anno) a Manzato (un anno), ad Isacco Dotti (tre anni), a Dominic Zwerger e Marco Muller (due anni ulteriori, pur avento contratto già per il prossimo). Come hanno tenuto a sottolineare Paolo Duca ed il Presidente Lombardi, pur nelle limitate possibilità del Club e senza rinnegare le prerogative di una realtà formatrice, la soddisfazione di mantenere talenti sbocciati e cresciuti nelle file biancoblu, deve essere un obiettivo da perseguire con orgoglio. In tal senso vanno letti i rinnovi di Dotti, ma soprattutto di Zwerger e Muller che, inseguiti da tutta la Svizzere, hanno preferito rimanere riconoscenti ad realtà che ha creduto in loro dandogli spazio e possibilità di crescere.