LUGANO AVANTI CON CONFUSIONE

Diceva un saggio mister del pallone che amava prendersi gioco dei “tecnici”: squadra che gioca male, ma vince, è destinata a crescere. Probabilmente sarà così anche del Lugano, che ha arrancato per tutta la partita senza capirci un gran che, ma alla fine è riuscito ad evitare la sconfitta, anche con una dose di fortuna, il che conforta il pensiero di cui sopra. Lo spettacolo per i 6700 della Resega c’è stato comunque: l’appendice dei rigori ad oltranza, con i lampi di tecnica di Klasen, Fazzini e Tommernes (questi ultimi due con quattro rigori ciascuno). Per il resto due formazioni che vivacchiano a livello della linea di galleggiamento, con evidenti difficoltà sia nella costruzione del gioco, sia nella scarsa coesione degli uomini sul ghiaccio. In tali casi sono gli episodi a fare la differenza, ed il Lugano li ha avuti (almeno i due fondamentali) dalla sua parte: la rete di Jorg per il momentaneo 2 – 2 (concessa dagli arbitri dopo meditazione al video) apparsa un coacervato di infrazioni; il salvataggio sulla linea di porta di Hofmann (chi se non lui l’onnipresente?) a fermare disco che aveva già superato la prima striscia rossa e si avviava, lemme lemme, in fondo al sacco, pochi secondi prima della terza e decisiva sirena.