IL DERBY VA AL LUGANO

Vittoria meritata, a conti fatti, del Lugano che piega un Ambrì volitivo, ma probabilmente mai in grado di ribaltare la situazione che, dal secondo periodo in poi, si andava delineando sul ghiaccio. Il Lugano ha avuto il merito di essere maggiormente attendista e disciplinato, soprattutto in difesa, dove, in base alla filosofia “primo non prenderle”, specie nei momenti di maggiore pressione avversaria, ha stretto i denti e raddoppiato le energie per chiudere ogni varco. Così i tentativi leventinesi sono apparsi sì generosi, a volte persino molto presenti, ma con il connotato del “quasi velleitario”; insomma: si vedeva che, alla fine, batti e ribatti, difficilmente la rete sarebbe arrivata. La chiave di volta della partita è stata la rete annullata con il challange del 2 – 1, ottenuto da Burgler, ma viziato da fuorigioco in avvio dell’azione. I padroni di casa sono parsi spaesati e colpiti dal mancato vantaggio, faticando a riprendere il bandolo della matassa. Se l’Ambrì avesse colpito il quel frangente, è possibile che la contesa avesse imboccato diversa strada, ma non lo è stato e gli uomini di Pelletier, riavutisi, hanno piazzato il colpo del vantaggio (anche questo con dubbio fuorigioco, ma il disco afferrato al volo dal guantone di Loeffel era di difficile valutazione). A quel punto, con il passare dei minuti, appariva palese l’impossibilità dell’Ambrì di capovolgere il punteggio. Colpi decisivi: l’accelerazione di Bertaggia che si involava, in contropiede, per il 3 – 1 e l’assenza di Zwerger (2 + 2 + 10) per una bagarre con Walker, con danno maggiore per i leventinesi, costretti a rinunciare ad una pedina attaccante di peso.