Il Davos impone alla contesa un ritmo indiavolato e, sin dalle prime battute, appare chiaro che per il Lugano non è possibile reggere il passo. Lo tiene a galla uno Zurkirchen in gran spolvero, ma appare chiaro che non potrà durare sino al sessantesimo. Invece, quasi dal nulla, in soli 17 secondi, nella ripresa succede quello che non t’aspetti: la formazione di Kapanen trova mordente e determinazione e, con Bertaggia e Lammer, piazza un uno – due micidiale. Potrebbe essere la svolta, lo scossone che scuote le montagne. Niente di tutto questo: come a teatro, ciascuno torna ad interpretare i propri ruoli, il Davos ad imperversare, il Lugano nei panni del coniglio bagnato. La botta di Du Bois a stretto giro di posta è il segnale tangibile che la serata si concluderà così come i presagi avevano annunciato.