LUGANO AVANTI CON CONFUSIONE

Diceva un saggio mister del pallone che amava prendersi gioco dei “tecnici”: squadra che gioca male, ma vince, è destinata a crescere. Probabilmente sarà così anche del Lugano, che ha arrancato per tutta la partita senza capirci un gran che, ma alla fine è riuscito ad evitare la sconfitta, anche con una dose di fortuna, il che conforta il pensiero di cui sopra. Lo spettacolo per i 6700 della Resega c’è stato comunque: l’appendice dei rigori ad oltranza, con i lampi di tecnica di Klasen, Fazzini e Tommernes (questi ultimi due con quattro rigori ciascuno). Per il resto due formazioni che vivacchiano a livello della linea di galleggiamento, con evidenti difficoltà sia nella costruzione del gioco, sia nella scarsa coesione degli uomini sul ghiaccio. In tali casi sono gli episodi a fare la differenza, ed il Lugano li ha avuti (almeno i due fondamentali) dalla sua parte: la rete di Jorg per il momentaneo 2 – 2 (concessa dagli arbitri dopo meditazione al video) apparsa un coacervato di infrazioni; il salvataggio sulla linea di porta di Hofmann (chi se non lui l’onnipresente?) a fermare disco che aveva già superato la prima striscia rossa e si avviava, lemme lemme, in fondo al sacco, pochi secondi prima della terza e decisiva sirena.

L’AMBRI’ SCIVOLA SUI DETTAGLI A LANGNAU

Non ha giocato male la formazione di Cereda, ma qualche episodio ha fatto la differenza alla Ilfis dove, si sa, non è pista sulla quale scherzare. Due penalità per sovrannumero sono costate altrettante superiorità che il Langnau ha capitalizzato nel migliore dei modi con Eero Elo, autore di una doppietta, cosa che ha di fatto sancito il risultato dell’incontro. Mettici che, sullo 0 – 0, Ciaccio si è reso protagonista della parata “dell’anno” su tiro a porta vuota di Fora, capisci che le tossine del derby hanno, a lungo andare, tolto energia ad una formazione leventinese apparsa ancora tonica, ma non al punto da portare a casa qualcosa per la classifica che, da stasera, ha un paio di formazioni (Langnau, appunto, e Losanna) che si sono leggermente scrollate di dosso il fiatone sul collo delle inseguitrici.

ALL’AMBRI’ ANCHE IL SESTO DERBY

Non succedeva da anni che i bianco blu si aggiudicassero la maggioranza dei derby in stagione, ma la truppa cuore e umiltà di Luca Cereda ha raggiunto anche questo, magari poco significativo, ma incoraggiante traguardo. E’ stata una partita emozionante, sempre in bilico e aperta a qualsiasi risultato, sino alla fine: i 6.500 della Valascia possono tornare a casa soddisfatti. Vedere una stessa partita da due opposti punti di vista (quello bianconero e quello bianco blu), specie in questa circostanza, ti consente di verificare come a merito dell’uno corrisponda mancanza dell’altro, a presa di possesso delle operazioni faccia riscontro, sul fronte opposto, subire gli eventi. Così è stato, dove in avvio di partita, diciamo nei primi 10 minuti, il Lugano pareva avere messo una seria ipoteca sull’esito finale: rapido 2 – 0, poi 3 – 1. Poco in arnese la retroguardia di casa, tanto frizzante l’attacco sottocenerino, dove Hofmann (seconda rete da antologia!) con una doppietta pareva dare sicurezza e riferimento a tutti i compagni. Qualche minuto di assestamento e l’Ambrì macina il suo programma: lavoro e sacrificio, pattinaggio a tutta pista. Insomma, prima della sirena, 3 – 3 con doppietta di Hofer, sempre più duttile e convincente. Da qual momento le operazioni passano saldamente nelle mani dei padroni di casa, con un Lugano sempre più aggrappato alla volontà dei singoli e a recitare la solita musica: vorrei, ma non posso.

Qualche episodio controcorrente (la rete di Plastino e il palo di Hofmann) non inficia la nettezza della vittoria leventinese. La rete di Chiesa, tutto solo a centro ghiaccio mentre in nove lottavano alle assi, non ha scalfito la sicurezza della squadra di Cereda: nessun panico nei 4 minuti finali, anche grazie alla rete di Bianchi (6 – 4 finale) e al palo, a porta vuota, di Kubalic (ma i pali di Merzlikins avevano già risuonato più volte). Ireland ha provato a spremere le due sole linee su cui aggrapparsi: la compattezza di squadra avversaria è stata bel altra cosa. Non è un caso che le reti siano arrivate dai Kostner e Bianchi, quella linea dal valore inestimabile che lotta e combatte contro la migliore avversaria e che, oggi, oltre al solito lavoro oscuro, si è presa il lusso dei riflettori. Certo poco cambia in ottica play off: nulla è perduto, nulla è deciso, ma i dubbi nella testa dei sottocenerini sono ancora di più dal sessantesimo della Valascia.

Sulle altre piste il DAVOS passa a GINEVRA (5 – 2), ma perde Corvi; il BERNA, con il minimo sforzo, timbra il cartellino con il RAPPERSWIL (3 – 1); lo ZUGO (4 – 2) vive di rendita su assolo dei suoi uomini faro (Diaz e Martschini su tutti) lasciando al LANGNAU solo la soddisfazione di aver centrato una caterva di pali; lo ZURIGO (4 – 2) espugna BIENNE ed il LOSANNA (3 – 0) spegne gli entusiasmi del FRIBORGO, ormai da due partite consecutive all’asciutto.

AMBRI’: SUDORE E FATICA

Non è stata una bella partita, ma alla fine, sudati e meritati, i punti della vittoria all’overtime sono arrivati a corroborare la classifica dei leventinesi. Che non fosse agevole giocare contro il Ginevra, seppure poco ispirato nelle ultime sette partite, dove ha collezionato sei sconfitte, lo si sapeva; aggiungi una serata delle meno incisive degli uomini di Cereda, oltre alle assenze di Novotny e Dotti, e allora non è difficile comprendere che i 5300 della Valascia hanno trascorso serata di … passione. McSorley ha impostato la sua formazione sulla rottura del gioco altrui e su rapide incursioni della sua linea migliore (Winnik – Richard – Wingels), costringendo Conz (quarto shut out della stagione) ad una prestazione maiuscola, senza la minima concessione. La forza dell’Ambrì è stata quella di serrare le fila come squadra nei momenti (tanti) di inferiorità numerica (un 5 – 3 nel secondo periodo e 4 minuti di Fora nel terzo), costruendo, paradossalmente, le occasioni più ghiotte e pericolose. In ogni modo vittoria è stata, ancora frutto della determinazione (questa volta di Muller) nell’inseguire disco nel terzo avversario costringendo i difensori all’errore; poi ci ha pensato, come sua abitudine, Kubalik a fare esplodere la Valascia dopo solo 17 secondi!

 Nelle altre partite il BERNA torna al successo a BIENNE (4 – 2) dopo essersi fatto raggiungere (2 – 2) dal duo finlandese Karki – Rajala; seria ipoteca del LANGNAU ai play off con la vittoria (all’OT) contro un DAVOS che, anche nella matematica, da stasera deve prepararsi alla sfida con il Rapperswil per evitare brutte sorprese; cade ancora lo ZURIGO senza attenuanti a ZUGO (3 – 0)