IL COMPITINO DEL LUGANO BASTA

Tanti motivi interessanti nella sfida tra Lugano e Rapperswil: a conti fatti, sono valsi a movimentare più la vigilia che la partita. Ma andiamo con ordine. La nota decisamente più positiva è stato il rientro di Sandro Zurchirken, dopo tre mesi di assenza. Ha fatto vedere cose egregie, specie nei momenti di amnesia difensiva dei compagni, bloccando qualche pericolosa incursione “in solitaria” dei sangallesi. Meritato, alla fine, uno shut out che fa molto bene al morale. In difesa rientra Heed, in attacco Bertaggia; da Biasca arrivano Zangger e Haussener; restano fuori Romanenghi e Ugazzi. Insomma molti motivi interessanti e tanti giocatori che avrebbero dovuto avere elementi validi per mettersi in mostra. Di fatto non è stato così, perchè se il Lugano ha ampiamente meritato il vantaggio (poi risultata l’unica rete della giornata!), va tuttavia detto che il peso delle azioni offensive sono state sostanzialmente sulle spalle del blocco di Arcobello e compagni. Buon per il Lugano che il Rapperswil è apparso in giornata negativa, soprattutto nel pacchetto straniero (quello che supporta la maggior forza offensiva), sprecando numerose superiorità e un clamoroso 6 contro 3 negli istanti finali. Conclusione: bene per i tre punti arrivati, poco altro. Per il Rapperswil la prima sconfitta contro le ticinesi dopo aver messo in tasca 15 punti su 15 disponibili!

E’ UN BUON AMBRI’, MA VINCE IL BIENNE

Trovare la via giusta dopo la deludente prestazione con il Losanna non era facile. Con l’innesto di Brendon Perlini, giunto alla Valascia un paio d’ore prima dell’incontro, l’Ambrì ha trovato qualcuno che potesse mettere un po’ di brio nello spogliatoio biancoblu, oltre a far vedere di essere in possesso di numeri interessanti, specie nel primo periodo (il primo tiro è stato pericoloso e deviato in extremis da Van Pottelberghe). E’ caduta quanto meno la maledizione del power play, con due reti segnate, la prima per il momentaneo vantaggio con Flynn. Nel complesso, la squadra ha mostrato anche una bella reazione, rimontando per ben due volte. Purtroppo, come dice Cereda, bisogna ancora lavorare sulla continuità. Le reti del vantaggio ospite, sono infatti giunte un po’ inaspettate: è bastata una verticalizzazione improvvisa per mandare all’aria tanto lavoro importante e interessante in un amen. Certo gli effettivi sono ancora contati e qualche giocatore sembra un po’ alla ricerca della propria immagine e collocazione. Infatti, sia Horansky che Rohrbach hanno giocato pochissimo: nulla il primo, una manciata di minuti il secondo. Proprio loro che, dalla situazione attuale, avrebbero dovuto capitalizzare un’occasione d’oro per imporsi all’attenzione. Per ora ripartiamo da Perlini, giovane di buone qualità e tanta voglia di mettersi in mostra per tornare da protagonista nell’hockey dei massimi livelli. All’Ambrì sfruttare … il treno che passa in corsa.

… E IL DAVOS BATTE ANCHE IL LOSANNA

Pare averci preso gusto la truppa di Wohlwend che risale la classifica a marce forzate. Dopo un paolo per parte, ancora Lukas Frick sblocco il tabellone in inferiorità. Ma il Davos ha ben altre frecce nel suo arto e prima pareggia con Frehner, poi passa con la solita staffilata di Nygren. Nel terzo tempi il tiro al volo di Conacher concretizza un power play perfetto, ma quando ormai tutti pensano ai supplementari, ci pensa Jung a regalare i tre punti ai padroni di casa. 

LO ZUGO PASSA ANCHE A ZURIGO – DAVOS A VALANGA – AL FRIBORGO IL DERBY ROMANDO

Lo scontro tra le prime due della classifica, all’Hallenstadion, va allo ZUGO. Partita equilibrata, e non poteva essere altrimenti, infiammata da Kovar che sfrutta, in combutta con Hofmann, l’unica disattenzione difensiva dei LIONS, prontamente pareggiata da Andrighetto. Ovvia la decisione ai rigore: fa testo quello di Senteler

Il BIENNE recupera qualche infortunato, in particolare torna Brunner, assente da novembre per una commozione cerebrale. Suo l’assist per Kunzle ad aprire le marcature. I Seelanders sono padroni del ghiaccio e vanno a rete altre due volte: con Rajala (tornato ai micidiali slap in power play) e con Hugli. Poi poco sino al finale in cui il RAPPERSWIL trova solo il gol della bandiera.

Il FRIBORGO si aggiudica a fatica il derby romando con il GINEVRA. L’allungo dei padroni di casa nel primo periodo, illude. Ma il Ginevra, mai domo, nella ripresa riapre una discussione mai chiusa. A Walser e Sprunger, risponde Richard, quindi due pali in 10 secondi, ma contro l’andamento del gioco i dragoni tornano avanti con Deshanais. Kast fa sentire il fiato sul collo sino alla fine, ma il Friborgo non capitola più.

Il LANGNAU passa in vantaggio con la prima rete svizzera di Nilsson, ma la gioia dura poco perché, dalle parti di Punnenovs, si scatena una grandinata senza precedenti: prima della pausa, che per i tigrotti pare non arrivare più, sei reti incassate, le prime tre in 3’04” dal 3.35, le altre in pacco regalo dal 17.16 in 2’34”!! Entra in porta Zaetta e il Langnau prende fiato con la rete di Sturny, ma nel finale le nuvole sono ancora basse e il malcapitato portiere raccoglie altre tre dischi alle spalle. Nella serata d’altri tempi vanno a bersaglio per il DAVOS: Nussbaumer, Herzog (tre volte), Palushaj, Marc Wieser, Turunen (2) e, per la prima volta con la nuova maglia, Zgraggen.

PER L’AMBRI’ NON E’ POSSIBILE FARE DI PIU’

Pesante passivo nella partita con il Losanna, cui venti giorni di inattività non hanno fatto neppure un baffo! 6 – 0 è risultato per certi versi anche ingiusto, perchè almeno sino allo 0 – 3, i padroni di casa hanno opposto resistenza sfortunata, ma improduttiva ad un avversario che, già a ranghi completi, sarebbe stato troppo ostico per i leventinesi. Figuriamoci senza Nattinen e D’agostini, oltre agli altri! In effetti, dalle parti di Stephan, la capacità di nuocere è apparsa da subito troppo evanescente. A dire il vero, sull’ 1 – 0, Fora aveva rotto la maledizione del power play, battendo l’estremo difensore vodese con una sassata schermata dal solito Fohrler, ma gli arbitri, dopo lunga revisione dell’azione, hanno deciso per una interference dell’attaccante sul portiere ed hanno annullato la rete. Decisione forse un po’ fiscale, ma non del tutto inesatta. Fosse andata diversamente, qualche freccia nella faretra l’Ambrì l’avrebbe avuta da scoccare: non sarebbe cambiato il vincitore, ma le proporzioni del divario decisamente più accettabili. Ne avrebbe beneficiato il lato emozionale, anche in prospettiva. Certo, dopo il 3 – 0 di Emmerton, i remi sono stati tirati in barca, le gambe erano dure e paesanti, ma soprattutto il morale sotto i pattini. Cereda le ha provate tutte per accendere il fuoco sacro: da Neuenschwader che ha giocato una quantità incredibile di minuti, anche in superiorità, a Pinana schierato all’ala. La corazzata Losanna, dall’alto della sua potenza e classe, non ha fatto una piega. Ha mantenuto alto il livello delle sue prestazione e della velocità di esecuzione, con reti anche di ottima fattura. Chapeau!

ZUGO E ZURIGO VINCONO GLI SCONTRI DI ALTA CLASSIFICA

Lo Zurigo cerca di scrollarsi di dosso un attaccaticcio Friborgo che rimonta, rete su rete, il tentativo di fuga dei Lions. Tim Berni sblocca il risultato nella ripresa, ma un’azione di Herren su Noreau, cui ruba il disco, giudicata “regolare” dagli arbitri riporta alla parità. Hollenstein sbaglia un rigore, ma propizia, nel terzo periodo, il nuovo vantaggio si Andrighetto. Gioia effimera, perchè, un minuto dopo tutto da rifare grazie a una prodezza di Stalberg. Non resta che l’overtime, dove Kruger regala il definitivo vantaggio ai padroni di casa.

Alternanza di vantaggi e grandi emozioni tra Zugo e Ginevra. Ospiti in vnataggio e costantemente pericolosi e vicini, al punteggio al quotato padrone di casa sino al 3 – 3. La sassata di Hofmann scardina definitivamente la resistenza ospite che capito anche su tocco di Kovar. Lo Zugo è sempre più solitario in vetta alla classifica.

Tra Bienne e Davos la prima serata dopo gli scambi dei giorni scorsi. Il Bienne è l’unico sul ghiaccio e non ci mette molto a veleggiare sul 2 – 0. Il Davos scende dal pullman nella ripresa e comincia a farsi minaccio davanti a Van Pottelberghe. A questo punto si fanno notare gli ex: prima segna Ullstrom, quindi Nussbaumer. All’overtime ci pensa Paluishaj, sui tiro sbagliato di Guerra, a punire un Bienne troppo sciupone.

IL LUGANO AFFONDA ANCHE AL LIDO

Neppure dal Lido di Rapperswil il Lugano torna con il sorriso. Purtroppo le assenze ci sono, ma quello che pare fare difetto alla formazione di Pelletier è l’aspetto mentale. Anche questa sera, in un paio di minuti, la formazione avversaria scava un solco di un paio di reti, quasi senza colpo ferire, con discreta facilità, coadiuvata da una opposizione troppo leggera. E’ evidente che, con gli effettivi più limitati (anche se in difesa si devono dire solo cose positive dei giovani Ugazzi e Villa), occorre un maggior dispendio di energie per andare a riacchiappare un avversario cui si è consentito agevole vantaggio. Alla fine, ad inizio ripresa, il Lugano era riuscito a rimmersi sui binari della parità, grazie alla ritrovata vena offensiva di Arcobello (autore della prima rete e dell’assist per Morini). Purtroppo un palo – traversa galeotto, su tiro di Fazzini, impediva un vantaggio che, per quanto visto, non era neppure demeritato. Invece, difesa molle e quella vecchia volte di Clark ne approfittava per cavare nuovo vantaggio dei sangallesi. Da questa ulteriore botta, la quadra bianconera non si riprendeva più: pressione sterile finchè Cervenka, sempre lui, chiudeva a porta sguarnita l’ennesima serata poco ispirata dei ticinesi.

L’AMBRI’ CON KOSTNER RITROVA RETI E VITTORIA

Dopo 152 minuti di polveri bagnate, la sassata al volo di Diego Kostner è stata una vera e propria liberazione. Partita intensa a Langnau con due formazioni molto simili per struttura, classifica e credo hockeystico. L’ha spuntata l’Ambrì, per altro poco avvezzo a fare punti con le formazione di bassa classifica, in virtù di una disciplina davvero notevole, specie in difesa e con volontà di vittoria che non è venuta meno neppure dopo il pareggio di Huguenin a 5′ dalla sirena finale. Seppure ancora balbettante in attacco (anche questa sera nessuna rete in superiorità) e con soli due stranieri sul ghiaccio, i presenti hanno fatto di tutto per mettere il loro contributo al servizio della squadra. Tuttavia, ancora “mani tremanti” non hanno capitalizzato le occasioni presentate, favorendo la possibilità del Langnau di alimentare speranze per il suo abituale finale all’arrembaggio. Fortunatamente, la rete dei padroni di casa non ha disunito i ragazzi di Cereda che hanno cercato di riprendere il discorso dove era stato interrotto e, prima della sirena, hanno avuto ancora qualche opportunità di chiuderla definitivamente. Ci ha pensato poi Kostner a ribadire la vittoria all’inizio dell’overtime. Le notizie che giungono dall’infermeria fanno presupporre tempi lunghi per il recupero dei due stranieri (Nattinen e D’Agostini) su cui, in avvio di campionato, si faceva affidamento per scardinare le difese avversarie. Pazienza: ad Ambrì si è sempre fatto di necessità virtù. Lo sarà anche questa volta.

GINEVRA ALL’ASSASLTO, BIENNE IN AFFANNO

Derby romando alla St. Leonard dove il Friborgo è stato nettamente battuto da un Ginevra che, in questi ultimi incontri ha dovuto fare a meno, per i fulmini del Giudice Sportivo, di parecchie pedine di spicco, incorsi in comportamenti degni di sanzione. A quelli susseguenti la partita con l’Ambrì, si era aggiunta la squalifica di sette giornate a Janathan Mercier, reo di aver mandato, senza troppi complimenti, a gambe all’aria l’arbitro principale (sempre nella stessa partita). Eppure, come se niente fosse, sei punti in carniere a corroborare la classifica delle Aquile. La svolta nel secondo periodo, quando Winnick e Omark hanno scavato il fosso che Rossi si illudeva di colmare. 4 – 1 il finale.

Il Bienne domina il Rapperswil che barcolla, ma rimane a galla, non senza una certa dose di fortuna. Il risultato rimane a lungo fermo su quell’ 1 – 0 dei primi minuti, tanto da apparire frustrante per i padroni di casa. Così i sangallesi, sorretti dal terzetto straniero, prendono fiducia e cominciano a macinare gioco dalle parti di Van Pottelberghe. Il pareggio è nell’aria e lo “trova”, in tutti i sensi, Moses che spinge in rete un disco che gli carambola addosso e sul … piede: kick o no? … forse, ma rete accordata. Così, però e un po’ troppo e Rajala rispolvera vecchia abitudini in power play per i definitivo, striminzito vantaggio

L’AMBRI’ MERITA, LO ZUGO VINCE

Non sono bastati 46 tiri a 30 contro la corazzata Zugo per far breccia nella porta difesa molto bene da Luca Hollenstein, che ha festeggiato shut out al termine di una partita in cui la sua squadra ha spesso subito l’abnegazione dell’Ambrì che, purtroppo, anche questa sera, non ha trovato la via della rete. Ma Cereda non demorde: la strada è quella giusta, non bisogna arrendersi e continuare a lavorare. Alla fine i risultati premiano la costanza, magari una sera può non essere quella giusta, ma è certo, assolutamente certo, che non ci si deve arrendere. Purtroppo per lui e per la sua squadra, la serata di Zugo aggiunge un ulteriore preoccupante problema: al 51′ Julius Nattinen veniva spinto da Cadonau contro la balaustra in un impatto maldestro che costringeva l’attaccante a raggiungere, sorretto a braccia e in evidenti precarie condizioni, la panchina e, di lì, l’ospedale per i primi accertamenti. A Lucerna hanno escluso danni maggiori (fratture o commozione cerebrale), ma un danno distorsivo cervicale lo terrà lontano dal ghiaccio almeno un paio di settimane. La partita, sul piano del gioco, aveva preso il definitivo indirizzo in apertura di secondo periodo con la rete di Nick Shore (fratello di Drew, noto in quel di Kloten qualche anno fa). Peccato, perchè di occasione agli attaccanti leventinesi ne erano capitate, ma il killer instinct ha fatto ancora difetto e non se ne è fatto nulla neppure nei 5′ per l’espulsione di Cadonau. Ininfluente la rete a porta vuota di Simion nei minuti finali.