AMBRI’: PRIMA VITTORIA IN CHAMPIONS

E’ arriva anche la prima vittoria in Champions, ai danni degli svedesi del Farjiestad: vittoria meritata, sudata, probante. Che gli svedesi fossero brutti clienti e una delle formazioni più attrezzate d’Europa lo si sapeva; ebbene, hanno messo sul ghiaccio tutto il loro mestiere, fatto di tanta tecnica, tanto lavoro, tanti muscoli (anche qualche volta un po’ di troppo, come il fallo su Zwerger costato penalità di partita a Ejdsell, ma soprattutto senza conseguenze per l’austriaco): nessuna stella di prima grandezza, ma un complesso equilibrato in tutti i blocchi, capace di far girare il disco con sapienza e precisione da mettere in difficoltà chiunque. L’Ambrì di suo ha giocato una solida partita, con le armi che, ormai, sembrano essere entrate nel suo DNA: grinta, pattinaggio, abnegazione. Fa ancora difetto qualche dettaglio che, alla lunga, ha penalizzato gli uomini di Cereda, costretti a tremare sino alla fine. In particolare il power play ha vissuto fasi senza mezzi termini: benissimo (come il primo cui solo un grande Svensson ha impedito a Sabolic di ottenere la meritata soddisfazione), malissimo (come i 4 muniti filati del secondo periodo, senza neppure la capacità di entrare nel terzo!). Meglio il box play, grazie anche a un Hrachovina superlativo che ha chiuso tutti i varchi con una sicurezza tale da fare sembrare facile ciò che non lo è. Se si aggiunge la degna cornice di pubblico (4277 spettatori) per una serata infrasettimanale con un tempo da lupi, si comprende che l’Ambrì degnamente onora la sua partecipazione e ne trarrà, come ha detto Luca Cereda, grande insegnamento a livello di squadra, ma anche di Società.