Torniamo al solito discorso della bestia nera: per la terza volta di fila il Ginevra si inchina all’Ambrì che fa sua la partita, giocata con grinta, abnegazione e coraggio. Non ricordo una sola partita filata via in modo lineare con le aquile granata: gioco rognoso, spezzettato, a volte rude e sopra le righe. Così lo è stato anche stasera, ma l’Ambrì ha avuto il grande merito di costruire la vittoria con pazienza, sbagliando (a volte troppo, specie in power play), ma stringendo i denti ha retto l’urto e meritatamente vinto. Le cose non si erano messe bene per i padroni di casa che perdevano Trisconi al 15′ (sbilanciato da Tommernes discretamente distante dalla balaustra, cadeva malamente battendo il braccio e la testa e doveva abbandonare la partita). I cinque minuti da penalità di partita dello svedese non sortivano effetto, ma il vantaggio arrivava fortunosamente da un centro teso di Zwerger, deviato da Vollmin alle spalle del suo incolpevole portiere ad inizio ripresa. Le molte penalità offrivano lo spunto per il raddoppio, ma il power play biancoblu appariva troppo prevedibile e, in qualche occasione, persino superficiale nel controllo del disco, tanto da innescare pericolosi contropiede che Ciaccio era chiamato a fermare con bravura. Ottenuto il raddoppio con ottima deviazione al volo di Kneubuehler nel terzo tempo, la formazione di Cereda rischiava nel finale di compromettere tutto, sempre in superiorità numerica! Finiva con il tiro di Flynn verso la porta vuota ed il check di Omark che innescava gigantesca bagarre davanti alla panchina ginevrina con ridda di penalità: 5 + 20 per Fritsche, Omark e Fehr da una parte; Novotny e Isacco Dotti dall’altra.
Il giudice sportivo, visti i referti di Wigand e Salonen (arbitri principali dell’incontro) puniva Tommernes, Fritsche e Omark con un turno di squalifica.