AMBRI’ PIU’ FORTE … DI TUTTO! LUGANO BENE, MA SI SPERA NELLA CONTINUITA’

2 febbraio 2019

L’Ambrì, dopo le sconfitte … onorevoli, mette sotto uno Zugo in gran spolvero e rende felici i beniamini della Valascia con una prestazione di maturità e sostanza che gli vale il rispetto di ogni formazione che lo affronti. Non molti, a dire il vero, avrebbero continuato a macinare occasioni e gioco nonostante gli inciampi capitati, strada facendo, nella contesa: da due episodi di “quasi gol” (le immagini effettivamente non danno la certezza che il disco abbia varcato la linea), dalla rimonta zugana in 5 contro 3 con due penalità contemporanee fischiate a Hofer (ma forse era più trattenuta dell’avversario!) e Guerra, alle penalità, nel finale, clamorosamente ignorate (palese quella su Kubalic), alla traversa di Fora a 5 secondi dalla terza sirena. La squadra di Cereda ha proseguito a testa bassa alla ricerca di quel successo che era strameritato, sino al tocco di Kubalic (ancora monumentale) che ha fatto “esplodere” a Valascia. Ma il grande merito dei biancoblu sta nella crescita globale di tutta la formazione che ha serrato le fila, tamponando con D’Agostini centro il vuoto lasciato da Novotny, inserendo nel terzetto un frizzante e sostanzioso Dario Rohrbach (una rete e … quasi), pattinando cambio dopo cambio e profondendo energie in ogni momento della contesa. Allo Zugo, forte di una formazione consistente, con uno Stephan rientrante ma saracinesca, una panchina lunga, da ammortizzare le assenze di Roe e McIntyre, non è restato che inseguire, spremendo a tratti i migliori (Martschini due minuti filati nel power play in 5 contro 3), guadagnando, a conti fatti, un punto che appare anche generoso.

Nel sottoceneri una boccata di ossigeno per calmare le acqua agitate (voci e smentite sulla presidenza che sono più testimonio di malessere generale che notizia). Il malcapitato Davos, cui l’allontanamento di Del Curto ha, a conti fatti, lasciato tutto come prima (qualche punto, ma tanti quanti il Rapperswil!) deve ringraziare Senn se le proporzioni del punteggio non hanno assunto connotati umilianti. Il Lugano è partito a testa bassa e ha macinato gioco e occasioni, senza mai togliere il piede dall’acceleratore, sorretto da un Klasen tornato a brillare e a marcatore in tutte le segnature della serata. Il problema resta la continuità: anche a Zugo la vittoria pareva scacciare i fantasmi, puntualmente ricomparsi con il Langnau.

RINNOVI … A RAFFICA

Grande soddisfazione per la notizia (a proposito davvero azzeccato anche il video che la annunciava) del rinnovo di ben cinque giocatori biancoblu: da Novotny (un anno) a Manzato (un anno), ad Isacco Dotti (tre anni), a Dominic Zwerger e Marco Muller (due anni ulteriori, pur avento contratto già per il prossimo). Come hanno tenuto a sottolineare Paolo Duca ed il Presidente Lombardi, pur nelle limitate possibilità del Club e senza rinnegare le prerogative di una realtà formatrice, la soddisfazione di mantenere talenti sbocciati e cresciuti nelle file biancoblu, deve essere un obiettivo da perseguire con orgoglio. In tal senso vanno letti i rinnovi di Dotti, ma soprattutto di Zwerger e Muller che, inseguiti da tutta la Svizzere, hanno preferito rimanere riconoscenti ad realtà che ha creduto in loro dandogli spazio e possibilità di crescere.