TICINESI: PROPRIO NON CI SIAMO

Proprio non ci siamo! terza sconfitta su altrettante partite per l’Ambrì, seconda (ma perché ha giocato una volta di meno) per il Lugano, ancora alla Resega.

Cominciamo dai bianconeri. Gioco confuso, pur se con voglia di fare, ha portato ad una certa pressione sulla retroguardia del Davos, concretizzando il modesto vantaggio su appoggio di capitan Chiesa e risposta di Van Pottelberghe non certo da inserire nel manuale dell’hockey. Poteva essere la svolta che conferiva serenità di manovra. Invece, nella saga degli errori,  i grigionesi, affatto trascendentali, potevano trovare pareggio e allungo con un a doppietta di Marc Wieser e, nel terzo periodo, suggello definitivo dal piccolo ma guizzante svedese Tedenby (cui, nel primo tempo, era già stata annullata una segnatura per bastone alto di un compagno). Rispetta alla pur inefficace uscita con il Losanna qualche passo indietro la formazione di Kapanen lo ha fatto: confuso prima del vantaggio, peggio dopo.

Non poteva essere la terra bernese quella di facile mietitura. Ma l’Ambrì ha sempre trovato le serate migliori al cospetto di avversari di rango. Ed in effetti, schierato in porta Hrachovina (rinunciando a Plastino), il team leventinese ha disputato probabilmente il miglior tempo della stagione nei primi venti minuti della Bernarena. Peccato per quel palo colpito da Flynn sullo 0 – 0 e per la confusione difensiva che consentiva al liberissimo Moser di appoggiare in rete l’illuminazione di Arcobello. Ad un primo periodo decisamente promettente, faceva seguito una ripresa da annichilire: due reti in shurt hand nel volgere di 30 secondi archiviavano definitivamente la pratica nel peggiore dei modi. Clamoroso l’errore di Fora sulla prima segnatura: tiro dalla blu, controllo avversario, esce per il cambio. Il pur bravo Ebbett, che di regali non ha bisogno, non credeva ai suoi occhi vedendo l’autostrada che gli si apriva davanti. Il 4 – 0 di Praplan, pochi istanti dopo, aggiungeva nulla alla situazione. Insomma: così non va, soprattutto per i grossolani errori individuali che, poi, compromettono seriamente l’andamento dell’incontro. In più manca quel fuoco sacro che ha da sempre contraddistinto la formazione di Cereda. Urge un cambio di tendenza al più presto!