D – Primo periodo equilibrato, poi troppi errori hanno scavato il solco
R – E’ vero il primo periodo ce lo siamo giocato alla pari, poi il secondo tempo lo abbiamo iniziato male con alcuni piccoli o grandi fraintendimenti che ci sono costati caro. Con un power play giocato bene credevamo di aver riporto il trend dalla nostra parte, ma il quinto gol ci ha definitivamente tagliato le gambe. Probabilmente dobbiamo imparare a gestire meglio le situazioni che ci vedono in difficoltà: quando le cose non funzionano come si vorrebbe, bisognerebbe avere la freddezza di calmarsi un attimo, ricominciando a fare le cose semplici in modo da non commettere ulteriori errori
D – Tu dalla partita hai visto che loro hanno messo un po’ più di pressione o siete voi che non siete stati abbastanza tonici: in fiondo sono stati quei sei minuti che hanno scavato il divario, perché poi vi siete ripresi
R – Ma sai, quando giochi contro queste squadre, il minimo errore viene pagato caro. Penso piuttosto che in quel momento ci siamo rilassati per lo sconforto che poi ci portava ad essere quel secondo in ritardo sul disco, quindi non si riusciva a liberare il terzo, aumentava la frustrazione, poi è tutto un cane che si morde la coda…
D – resta comunque una settimana positiva con le vittorie su Lugano e a Berna. Questa può essere una sconfitta frutto anche dello sforzo degli impegni precedenti?
R – Non penso che si possa parlare di stanchezza, credo si tratti maggiormente di un approccio mentale. La settimana si preannunciava molto dura eppure abbiamo portato a casa 4 punti, un bilancio che non è per niente negativo. Peccato per risultato di questa sera dove, a parte quei sei minuti, abbiamo mostrato un buon gioco. Quindi la strada è questa …

INTERVISTA A COACH LUCA CEREDA
R – A livello di attitudine è stata una buona giornata per noi, ma poi abbiamo meritatamente perso anche se il punteggio mi sembra un po’ troppo severo. Comunque lo Zurigo è stato un po’ più lucido di noi, ha vinto un po’ più battaglie di noi. Quindi ha meritato di vincere
D – Cosa è successo in quei sei minuti che hanno cambiato la partita?
R – Li ho visti come il resto della partita. L’avversario è stato più lucido di noi, ci sono state un paio di decisioni che non ci hanno per nulla favorito, ma era lo Zurigo che ha vinto qualche duello più di noi, ha preso delle decisioni più limpide di noi e, avendo più talento di noi, ne ha subito approfittato.
D – Quando parli di lucidità ti riferisci anche a una settimana molto intensa emotivamente e che può aver inciso mentalmente sulla squadra?
R – Sì, certo, veniamo da due settimane molto intense, sia per in camp che abbiamo fatto nella pausa della Nazionale che è stato molto duro, forse perché avevamo la coscienza non dico sporca, ma ferita dalle sconfitte prima dell’interruzione del campionato. Anche questi due impegni precedenti sono stati duri e ci hanno penalizzato nella prestazione di oggi.
D – Comunque la settimana rimane positiva con due vittorie e la risposta dei ragazzi dopo il training camp è stata quella di ottenere risultati importanti
R – La settimana rimane positiva soprattutto perché le prestazioni sono state solide e questa deve essere sempre la base per andare avanti. Senza quello, prima o poi, il castello crolla. Le prestazioni erano buone, il modo di lavorare in allenamento pure, adesso dobbiamo recupere energie fisiche e mentali e preparare bene il prosieguo del campionato D – La classifica la si guarda in avanti, ma anche per quelli che seguono e sotto questo punto di vista, prima di questa sera non era male…
R – Io la classifica non la guardo tanto perché reputo che per noi è importante crescere ogni giorno facendo passi avanti su diversi punti (il lato fisico, quello mentale, tecnico e tattico). Il nostro lavoro è quello, poi alla fine faremo i conti. Lo ripetiamo da tanto, lo so che non ci credete, ma siamo ben consci dei nostri difetti e abbiamo detto che il nostro obiettivo è la salvezza. Non lo abbiamo detto perché abbiamo paura o perché siamo scaramantici, ma perché è un obiettivo realistico per noi. Tutto quello che verrà in più sarà qualcosa di eccezionale. Noi rimaniamo concentrati sul lavoro quotidiano che è il punto chiave nostro e che deve diventare anche un punto di forza di questo Club
D – Girava voce in tribuna che avete giovato sotto protesto (verosimilmente per la penalità di sovrannumero che ha portato al vantaggio dello Zurigo). E’ stato confermato?
R – Credo che per confermarlo ci sia tempo sino a domani. Per salvaguardare la nostra squadra ho preferito fare protesto perché, a parte che a mio giudizio non c’erano sei uomini sul ghiaccio, gli arbitri mi hanno dato i numeri di chi era in campo sbagliati.
D – Hai tolto il portiere all’ultimo secondo con ingaggio in attacco. Lo hai fatto per dimostrare che non bisogna mai mollare?
R – No, l’ho fatto per provare a segnare, dato che in 1”01 per loro è quasi impossibile segnare, ma tu che sei vicino alla loro porta potresti farlo. Quindi ho provato.
D – Lerg: come lo hai visto, anche se ha giocato solo 4 partite?
R – E’ rimasto fermo quasi due mesi e, come si dice, il tempo che rimani fuori ti occorre per ritrovare la forma, quindi ha ancora tanto lavoro davanti a sé e deve chiudere questo gap fisico con la squadra e gli avversari. Questo è assolutamente normale e umano, solo col tempo riuscirà a farlo. Il fatto che stia contribuendo sia con lavoro durante la partita che con gol pesanti, sicuramente lo aiuterà a livello morale.
D – Spesso si parla di quando chiamare o no un time out: lo hai chiamato sul 4 – 0. Su un punteggio del genere si potrebbe pensare che la partita sia chiusa
R – Percepivo dalla panchina che non eravamo distati troppo da loro. Come ho detto prima per me il risultato è un po’ troppo severo e in quel momento c’erano delle situazioni che ci andavano contro e volevo dare un segnale per non mollare