L’AMBRI’ TIENE VIVA LA SPERANZA

Con una prestazione in crescendo, l’Ambrì è ancora lì a giocarsela nel finale di una stagione tribolata come non mai. Recuperato Flynn, confermato Novotny, escluso l’evanescente Sabolic, Cereda schiera Muller all’ala e fa debuttare il giovane Rocco PEZZULLO, uno dei tanti Rockets cresciuti volonterosi e che si sono meritati una chance in LNA. Dopo avvio stentato e con un Langnau lesto a capitalizzare il primo power play di giornata, la formazione leventinese ci ha messo un po’ a scrollarsi di dosso la ruggine e le scorie mentali della serata di Friborgo. Ma il pacchetto del primo special team, i quattro stranieri più Trisconi, trovava, proprio con quest’ultimo, il pareggio a spiccioli dalla pausa. Nella ripresa i biancoblu salivano di tono e, con altri due power play, prendevano il largo grazie a D’Agostini ritornato fromboliere di giornata con una doppietta. Certamente il punteggio poteva assumere proporzioni più rassicuranti, ma un 5 vs 3 di oltre un minuto, pur costringendo i tigrotti alle corde, non modificava il punteggio. Solo un rigore di Pesonen, isolato episodio di un terzo tempo tutto di marca casalinga (anche in short hand), metteva un briciolo di apprensione ai minuti finali, nei quali Muller aveva l’opportunità di chiudere i conti con la rete a porta sguarnita. Elemento decisivo della serata, certamente gli special team: soprattutto il power play che, dall’arrivo di Novotny, ha trovato un importantissimo punto di riferimento, sia nella vittoria agli ingaggi (ancora sopra la soglia del 70%), che davanti alla porta dove mole ed esperienza fanno la differenza. Il Langnau dista solo tre punti in classifica, mentre la sconfitta del Berna a Davos, lascia più squadre a ridosso della linea e accende una lotta che si definirà solo all’ultimo secondo della regular season.

L’AMBRI’ REGALA DUE PUNTI AL FRIBORGO

Gli infortuni non danno tregua: appena uno giocatore si affaccia sull’uscio dell’infermeria, due o tre fanno il percorso contrario. La trasferta di Bienne aveva consegnato a Pinana l’ennesima tegola: lesione del legamento crociato del ginocchio e annata finita anzitempo; se ne riparlerà a stagione iniziata! Si ferma anche Flynn almeno per il week end. Abituato a fare di necessità virtù, Cereda, perso ancora Hofer, trova finalmente Novotny e lo mette al centro del primo blocco nella speranza di alzare la percentuale di ingaggi vinti. In quel di Friborgo, il buon Novo si attesta sul 70%, e la partita, pur se in modo discontinuo, prende quota con doppio vantaggio (reti di Dal Pian e Bianchi). Nel finale la situazione si complica con la rete di Vauclair, viziata da chilometrico fuorigioco, sul quale lo staff tecnico ha avuto il torto di non chiamare un challange dall’esito scontato. Purtroppo, da lì la partita ha preso una piega imprevedibile con la beffa confezionata a 1.50″ dalla sirena conclusiva.  L’appendice dei rigori ha avuto anche l’episodio del penalty di Mittet realizzato in modo dubbio (pur con la visione delle immagini video). La morale della serata è stato aver regalato, alla diretta concorrente due punti preziosissimi!

L’AMBRI’ TORNA … L’AMBRI’

L’Ambrì torna a fare “l’Ambrì” e il Bienne è battuto, seppure al supplementare. Chiuso un po’ contro l’andamento del gioco il primo periodo, la formazione di Cereda ha premuto e recuperato dischi con una caparbietà e un forchecking asfissiante, tanto da ribaltare il punteggio sul 3 – 1. Peccato per aver concesso la rimonta all’avversario, complice qualche sbavatura difensiva, ma i leventinesi volevano questa vittoria a tutti i costi e sono stati capaci di rimettere la testa avanti ancora due volte. Ad immagine della prestazione della squadra due uomini su tutti: Trisconi, spina nel fianco della difesa avversaria, con due dischi recuperati e altrettanti assist, Flynn che giganteggia seppure orfano di D’Agostini (ammalato e sostituito dal solito evanescente e abulico Sabolic), autore del primo pareggio e della rete all’overtime. Ma le vittorie dell’Ambrì sono frutto soprattutto della prestazione del collettivo e così è stato anche questa volta. Nessuno si è arreso, neppure di fronte ad episodi (rete annullata a Hinterchirker) che avrebbero potuto scoraggiare: la solidità mentale e corale della formazione voluta da Cereda è capace di andare oltre simili incidenti di percorso.

AD UN BUON AMBRI’ FA DIFETTO LA MIRA

L’Ambrì torna da Zugo con una sconfitta che avrebbe potuto anche essere evitata se, in fase offensiva, fosse stato più concreto. Le occasioni si sono presentate ma, o il solito bravo e attento Genoni, o la mira poco efficace dei leventinesi, hanno impedito che la partita assumesse connotati più favorevoli. Chiuso il primo periodo in svantaggio di 1 – 0, con rete arrivata a fil di sirena, dopo venti minuti in cui la squadra meglio in arnese era proprio l’Ambrì, la formazione di Cereda ha stentato nel secondo periodo a prendere forma, complici anche un paio di penalità (un po’ generose concesse dal duo arbitrale), sicchè solo sullo 0 – 2, i ticinesi hanno ritrovato mordente, grazie anche alla bella rete di Trisconi, pronto a lottare e conquistare l’opportunità sul rebound. Poi, se non segni … La mancanza di D’Agostini (ammalato) si è fatta sentire e Sabolic, ormai, inutile spendere parole, risulta costantemente evanescente e viene impiegato in virtù di mancanza d’alternative (ha giocato quanto Incir pur beneficiando anche delle soluzioni speciali).

IL LUGANO SI FA MALE DA SOLO

Serata di quelle che avrebbero potuto corroborare il rilancio della formazione bianconera ed, invece, si è tramutata nel solito arrovellante grattacapo: essere o non essere? Visto il risultato, 3 – 1 per un Langnau non proprio scoppiettante e reduce da periodo non brillante, non resta che constatare un … passo indietro. Che Pelletier non avesse la bacchetta magica era evidente, ma la serie di prestazioni almeno positive sul piano del risultato, nonché la nuova filosofia del “primo non prenderle”, facevano sperare in qualcosa di meglio. Nella sera in cui, però, anche il primo blocco non fa da trascinatore (cosa per altro prevedibile, visto il carico sostenuto in ogni gara), ci vuole poco per far emergere vecchie manchevolezze. Quando poi si incappa in penalità ingenue (che persone di navigata esperienza non dovrebbero commettere), ci vuole poco a fare la frittata. Il Langnau, avuta l’occasione per ribaltare il risultato, non se l’è fatto dire due volte. E non ha neppure ringraziato!

… E IL TICINO TORNA A SORRIDERE

Nel doppio turno del week end in programma la prova d’appello per le ticinesi a campi invertiti: leventinesi al Lido, bianconeri alla Resega con il Davos. Vittoria per entrambe e tre punti preziosi in ottica stagionale, con la fatidica linea sempre lì a portata di mano. Meglio l’Ambrì che con il 4 – 1 odierno ha dato uno scossone ai fantasmi di ieri sera ed è tornato al suo ruolo, pur senza toccare i livelli dello scorso dicembre. Avvio convincente con Upshall rapidamente nel marcatore e partita avvita su binari più gestibili, cui hanno fatto seguito il raddoppio di Hofer e la terza rete, addirittura in short hand, di Flynn. L’immancabile centro di Cervenka teneva l’Ambrì sulla corda per tutto il terzo periodo dove, complice qualche sbavatura di troppo (anche grossolana), la partita si poteva anche riaprire. Chiamato il time out, Cereda rinfrescava la mente dei suoi, che ribadivano la superiorità con un palo di Muller e il definitivo 4 – 1 di Flynn (doppietta personale e assist sul primo gol). Nel complesso una buona prestazione e conferma del primo blocco con gli stranieri, a tabellino in tre reti su quattro a conferma del buon affiatamento raggiunto.

Per il Lugano tre punti d’oro e primo blocco sugli scusi, specie per merito di Klasen, autore della rete decisiva e unico, in compagnia del centro McIntyre, capace di tenere accesa la luce. Pelletier se ne accorto (o meglio, già lo sapeva) della fragilità mentale dei suoi che, spesso e volentieri, vanno letteralmente in bambola: così, bando alle chiacchiere, ha giostrato a tre linee, appellandosi soprattutto alla prima per raggranellare il meglio possibile. Per il momento non è il caso di chiede altro.

TONFO TICINESE

Serata da dimenticare per entrambe le ticinesi, sconfitte pesantemente: l’Ambrì in casa contro il Rapperswil (2 – 5), diretta concorrente in area salvezza; il Lugano (1 – 5) a Davos. Nessuno, come testimonia punteggio sin troppo veritiero, ha fatto quello che gli si chiedeva: l’Ambrì non ha giocato da Ambrì, rinunciando praticamente alla dote che gli consente di sovvertire pronostici e reggere il confronto con chi è più titolato di lui. Non che il Rapperswil sia formazione stratosferica, ma basta la linea di Cervenka e Clark (una rete e due assist il primo, due reti e due assist il secondo) per mettere in imbarazzo una squadra che non fatto appello alla consueta “disperazione”, ma ha vissuto di emozioni solo a sprazzi, quelli, guarda caso, che hanno riacceso la flebile fiammella della speranza con le reti di Upshall e Zwerger. Troppo poco per ottenere di più da una prestazione tra le meno convincenti dell’intera stagione. Non è servito neppure il rientro di Hofer che, come spesso gli è occorso, ha l’opportunità di incidere, ma gli fa difetto la mira.

Nessuna nota lieta anche per il Lugano che, dopo il pareggio di Klasen, si è fatto trafiggere con una certa regolarità dalle puntate offensive gialloblu e ha balbettato non poco sia in retroguardia che in avanti. Un deciso passo indietro rispetto alla prestazione di Berna, con molti punti importanti della formazione di Pelletier con idee appannate e troppa sufficienza nella gestione del disco, tale da portare a significativi risultati altrui. Il destino della stagione appare segnato: qualche sussulto, molta delusione. Purtroppo il Calvario… continua

AMBRI’: SOLO UN PUNTO NEL WEEK END, MA TANTO IMPEGNO

Solo un punto per la formazione leventinese scesa sul ghiaccio due volte in meno di 24 ore: in casa con lo Zurigo nella serata di sabato, nel pomeriggio, dopo congro trasferimento, a Ginevra. Sempre si è visto il colossale lavoro di tutta la truppa, con comprensibile sbavatura per la stanchezza accumulata, stante l’impegno offerto dall’avversario, i ranghi risicati al minimo sindacale. Il punto con lo Zurigo va stretto per quanto visto nelle prime due frazioni di gioco, in cui il modesto vantaggio di Muller avrebbe dovuto e potuto essere più consistente. Nel terzo periodo, i Lions, pur privi di Noreau (ammalato) e Roe (infortunato), ci hanno messo poco ad aumentare il ritmo con le due linee migliori, su tuti in Pius Sutter che, indipendentemente dall’essere entrato nel marcatore in tutte e tre le reti realizzate, ha fatto vedere di cosa è capate un top scorer. Alla fine, il pareggio conseguito in extremis, per mano di Hinterkircher, subito a suo agio nel modulo Cereda, pareva un miraggio. Almeno in questo frangente, lo sforzo e l’abnegazione non sono rimaste con un pugno di mosche in mano.

A Ginevra il doppio vantaggio delle aquile ha scavato un solco troppo difficile da colmare da parte di una formazione che aveva ossigeno ridotto e forze limitate. Così l’Ambrì ha avuto le sue buone occasioni per riaprire la partite (in short hand il rigore fallito da Sabolic era una di quelle occasioni da non sciupare). Con D’Agostini a riposo, l’attacco ticinese aveva ancora una pedina importante in meno su cui fondare speranze, ma nessuno si lamenta più di tanto: siamo qui per trovare soluzioni, dice coach Cereda! 

TUTTI CONFERMATI AD AMBRI’

Fine anno con qualche scadenza importante tra le fila biancoblu. Primo fra tutti Brian FLYNN, dove il Club ha attivato l’opzione per la conferma del giocatore sino alla fine della corrente stagione. Altrettanto per il portiere Viktor OSTLUND che resterà alla Valascia, dato che Conz appare in dirittura d’arrivo per il rientro, ma al momento resta out. Confermato per tutto il mese di gennaio Scottie UPSHALL, che ha giocato, come suo desiderio la Spengler con il Team Canada ma, non avendo trovato offerte di contratto, ben volentieri resta a dare una mano all’Ambrì. L’idea è l’attesa del rientro di Novotny (ora se ne parla per fine gennaio, ma sarà bene attendere prima di avere altre ed ulteriori brutte sorprese. Non dimentichiamo che le prime previsioni lo davano in squadra per inizio Novembre!).

Quanto all’infermeria, le notizie non sono certo confortanti, fatta eccezione per Conz, come si è detto, abbastanza vicino alla ripresa; analoga situazione per Hofer. Purtroppo Diego KOSTNER ha dovuto ricorrere all’intervento chirurgico per la mancata risoluzione della sua patologia agli adduttori e ne avrà ancora per diverso tempo. Altrettanto dicasi per Johnny KNEUBUHLER, sempre fermo e con tempi di recupero da definire. Per NOVOTNY si parla di febbraio, BIANCHI è alle prese con una commozione cerebrale e, anche se migliorato, non è prevedibile quando tornerà a disposizione. Per fortuna ROHRBACH, dopo l’operazione, ha un decorso secondo le stime preventivate.

A LOSANNA L’AMBRI’ PAGA … DAZIO

Dopo i fasti e le fatiche fisiche e mentali della Spengler, l’Ambrì si rituffa nel campionato con una settimana molto, molto impegnativa che inizia a Losanna. Dopo un primo periodo giocato abbastanza bene e con tonicità consueta, chiuso sull’1 – 1, con vantaggio di Sabolic su illuminante passaggio di D’Agostini, e pareggio vodese con netto fuorigioco non ravvisato, l’Ambrì si è spento sulla staffilata del solito Genazzi e non ha più trovato forza e mordente di rimettersi in carreggiata, pur beneficiando di 5 minuti di superiorità filati (penalità di partita a Traber per brutto fallo, fortunatamente senza conseguenze, su Mazzolini). Così il divario fra le due squadre si è andato progressivamente ampliando, tanto che Cereda ha risparmiato Manzato nel terzo periodo, rischierando Ostlund che ha subito solo la rete del 5 – 1 dallo scatenato Bertschy. Insomma, tutto abbastanza previsto nelle parole di Cereda dopo la Spengler. Una sconfitta che ci può stare, vista anche la forza e la tecnica della formazione diretta da Peltonen, arrivata senza conseguenze e senza rimpianti (la rete da annullare ha influito poco o nulla sull’andamento della contesa).