C’E’ AMAREZZA … MA E’ FESTA COMUNQUE!

Alla fine non è bastato un grande primo tempo per permettere all’Ambrì di porre piede in finale della Spengler. Alla prima pausa con una sola rete di svantaggio (1 – 0 di Dal Pian), dopo la metà della contesa il Trinec (una signora squadra, sia detto chiaramente) ha cominciato a macinare gioco e pressione arrivando, a fil di seconda sirena, ad un pareggio sostanzialmente meritato. Il vantaggio in avvio di terzo periodo, pareva aver messo la definitiva ipoteca sulla serata, ma l’Ambrì ha avuto ancora un sussulto per i suoi inimitabili sostenitori: la deviazione fantasma di Flynn che pareggiava i conti sul 2 – 2. Tanto bastava per mandare tutti all’overtime dove il sig. Stransky, un signor giocatore, indipendentemente dalla rete realizzata, chiudeva i conti. Proprio il numero 44 del Trinec ha suscitato ammirazione; grande merito della vittoria va a lui, capace di portare, con il suo fisico e la sua carica, lo scompiglio nella retroguardia biancoblu. Sarebbe da dire, se la battuta non fosse sin troppo facile, un giocatore da “Ambrì” .


Cala il sipario, per i leventinesi, su questa coppa giocata sempre con indomabile coraggio, abnegazione, spirito di sacrificio (compresi i nuovi arrivati da altre formazioni che, forse per la prima volta, hanno potuto comprendere cosa significhi “giocare per ‘Ambrì”) regalando alla formazione di Luca Cereda solo applausi, solo convinti consensi. E quanto tutti tenessero a fare bella figura, lo mostra la voce rotta dall’emozione e le lacrime agli occhi del Presidente Lombardi ai microfoni della RSI: è mancata la ciliegina sulla torta, ma tutti hanno visto e toccato con mano di cosa sia capace una realtà piccola e dalle risorse limitate, ma con un cuore grande, inimitabile.  E’ facile cadere nella retorica, ma lo spettacolo sulle tribune e il coro della Montanara resterà nella mente, negli occhi, certamente tra le emozioni che non si scordano, di milioni di persone in tutto il mondo!

 

LO SPETTACOLO … CONTINUA

Anche il TPS Turku si inchina allo spumeggiante Ambrì che ha resistito all’avvio, a tutta pressione, dei finnici per trafiggerlo nella ripresa con uno doppio vantaggio: Flynn, sempre più monumentale, in short hand (da rivedere la assoluta padronanza del disco prima di infilarlo alle spalle del portiere!) e D’Agostini, con azione improvvisa partita dall’angolo, hanno posto un’ipoteca severa sull’esito della sfida. Il terzo periodo ha visto i biancoblu controllare l’avversario, incapace di andare a rete nelle ripetute superiorità numeriche avute (anche un 2 + 2) sino alla rete della conferma, ottenuta sempre da D’Agostini, a porta sguarnita. 3 – 0 il risultato e shut out per il giovane portiere Ludovic Waeber, del Friborgo, subito inseritosi alla grande nella formazione di Cereda, come del resto i ginevrini Douay e Miranda, il davosano Egli e il canadese Wolski. Lasciati a riposo Trisconi, Hinterchirker, Forhler e Fischer, i nuovi inserimenti di Moor, Joel Neuenschwander, Mazzolini e Incir non hanno per nulla creato squilibri. Il rodato meccanismo di Luca Cereda ha funzionato ancora alla grande! E, sugli spalti, altro indimenticabile spettacolo offerto dai tifosi biancoblu, con immancabile geyser sound, guidato da Zwerger, e foto di gruppo sotto la curva. In tutto il mondo… un gran bel vedere!

AMBRI’: SPETTACOLO NELLO SPETTACOLO

La prima assoluta dell’Ambrì – Piotta alla Coppa Spengler non poteva essere migliore: prima vittoria contro avversario di rango (i russi del Salavat) e curva (tradizionalmente occupata dai fans davosiani) tutta tappezzata di sciarpe bianco blu e coro finale della Montanara da brividi. Se si voleva lasciare un ricordo particolare a tutto il mondo, non si poteva offrire “cartolina” più suggestiva: un piccolo paese di montagna che una marea umana ama per le sue qualità, per quello spirito di sacrificio, per quella voglia di fare, oltre ogni limite… Chiassà se a qualcuno, nel mondo, non sia scattata la scintilla che fa battere il cuore come ai tanti che hanno gioito, cantato, applaudito sugli spalti con una coreografia mai vista! Non passi in secondo piano la partita, dove la formazione di Cereda si è battura con il consueto coraggio e ardore, andando a raccogliere dischi impensabili e sorprendendo i blasonati avversari. 4- 1 il risultato finale, ma solo applausi per i bianco blu!

I RINFORZI PER LA SPENGLER

In occasione della Spengler, l’Ambrì avrà a disposizione i seguenti giocatori per inforzare la propria rosa:

da Ginevra sono in arrivo MIRANDA e DOUAY

da Davos torna a disposizione EGLI

da Friborgo il portiere WAEBER

quale ulteriore straniero l’attaccante polacco – canadese WOJTEC WOLSKI, 480 partite in NHL (con la bellezza di 107 reti e 276 assist), oltre a 334 partite in KHL (con 238 punti)

PECCATO: L’AMBRI’ CEDE AI RIGORI

Peccato: i rigori hanno consegnato il punto supplementare al Davos (per altro una signora squadra), ma la formazione di Luca Cereda non deve rimproverarsi nulla: con la consueta abnegazione e spirito di sacrificio ha spesso messo alle corde i grigionesi, è stata tre volte in vantaggio (purtroppo sempre puntualmente raggiunta), ha rimontato quel 3 – 4 che, ai più, pareva il colpo decisivo, ha lottato sino all’appendice dei rigori. Forse doveva essere sfruttata l’ennesima doppia superiorità numerica a fine overtime, ma a quel punto le gambe parevano davvero stanche e non si può chiedere di più. Cala il sipario su un mese di dicembre che ha consegnato alla formazione leventinese, nonostante le disavventure infortunistiche, un aggancio alla linea che nessuno avrebbe preventivato.  Ufficialmente l’Ambrì è ancora nono della graduatoria, ma a pari punti con il Berna ottavo! E la degna cornice di una Valascia sold out ha reso omaggio a un manipolo di valorosi che si sono battuti sino all’ultimo istante contro tutto e contro tutti. Di più non era possibile! Godiamoci la Spengler, come premio e vetrina per una formazione, un allenatore, uno staff che se la meritano tutta! 

NATALE AMARO A LUGANO

Non sarà certo una festa intorno all’albero di Natale per tutto il Lugano, sconfitto in casa anche dal Losanna e con Pelletier alla ricerca del primo punto in classifica per schiodarsi dalla penultima posizione. Riportato Postma sul ghiaccio e Zurkirchen in porta, c’era poco da inventarsi per rimediare alla sconfitta di Davos. Purtroppo, invece di progressi, si sono visti passi indietro, con la solita formazione senza mordente, che si trascina, di minuto in minuto, sul ghiaccio. Se ci metti, poi, che il Losanna tutto è ma non una squadra che trasmetta emozioni, il grigiore è calato sulla Resega con i vodesi che, trovata la rete del vantaggio con Genazzi, hanno tirato già una coperta soporifera dalla quale era impossibile districarsi. Non per nulla, il secondo ed ultimo sussulto, è arrivato a fil di terza sirena con la rete a porta sguarnita di Bertschy. Nel mezzo, la formazione di Peltonen non ha dovuto sudare proverbiali camicie per contenere l’avversario: costantemente in ritardo, tanto da far presagire una condizione atletica decisamente poco performante, il Lugano si è limitato, impotente, ad inseguire. Se neppure il cambio alla transenna (oggi coadiuvato da Paul Di Pietro) ha dato quella effimera scossa che tutte le dirigenze si aspettano ad ogni giro di valzer in panchina, vuol dire che i mali della società bianconera sono radicati e profondi, più di quanti i risultati non esprimano.

ASSEMBLEA AMBRI’: DATI PIU’ CONFORTANTI

L’assemblea Ordinaria, che si è riunita prima della sfida tra Ambrì e Davos, ha offerto spunti interessanti: il risanamento delle finanze del Club prosegue; seppure ancora in rosso, il bilancio ha mostrato dati confortanti, con la riduzione del deficit a 750.000 Fr. e con un presuntivo della stagione in corso verso il pareggio (imprevisti esclusi). Certo il passo definitivo verso una maggiore e consistente stabilità della situazione sarà possibile solo con l’entrata in funzione della nuova pista, ma intanto non si registrano più i paurosi disavanzi di solo un paio d’anni fa.

Sul fronte dell’aumento di capitale, si sono raccolti 700.000 Fr. che, sommati al milione e 400.000 Fr di aggio, andranno a coprire le perdite della stagione 2017/18. E’ stato, infine, consentito un nuovo aumento di capitale, aggio 200%, per un massimo di 2.2 milioni di Fr. entro il termine massimo di due anni.

LUGANO BATTUTO A DAVOS

La prima di Serge Pelletier non è stata positiva, forse più nel risultato, che nella sostanza. A Davos è arrivata la prima sconfitta, dopo gara condotta almeno con buon piglio, con un Loeffel intraprendente a segnare rete di pregevole fattura in avvio di contesa, con la voglia di fare e il nuovo vantaggio di Sannitz. Purtroppo, anche i lati negativi di sempre, ma non poteva essere tutto cancellato dalla venuta del nuovo allenatore che, per rendersi conto della situazione, ha apportato qualche piccolo ritocco alla formazione (giusto per saggiare … sul ghiaccio gli effettivi), schierando Schlegel in porta e inserendo Chorney (autore, ohilui!, dell’assista Tedenby per l’ 1 – 1) per Postma. La chiave di volta della partita è scattata in avvio di terzo periodo, con il pareggio di Herzog, sul quale lo staff ha chiamato un challange, non andato a buon fine, incassando il definitivo 3 – 2 di DuBois sulla conseguente superiorità. Da lì il Lugano non ha più riagganciato il filo del discorso, per il quale ha almeno fatto vedere un maggiore rigore difensivo, pur persistendo ampie lacune sul fronte offensivo.

NON CI SONO PAROLE PER QUESTO AMBRI’

Di scena alla Bernarena a ranghi ancor più rimaneggiati (assente per squalifica Goi, oltre a tutti gli altri infortunati, cui si è aggiunto capitan Bianchi a tempo indeterminato per una commozione cerebrale), l’Ambrì non molla un passo e fa debuttare Anthony Neuenschwander, schiera Pinana centro, mette in porta Ostlund che disputa la sua terza partita in LNA: risultato? la quinta vittoria consecutiva, seppure ai rigori, costringendo la corazzata Berna a spremere oltre ogni limite i suoi uomini migliori (alla fine Arcobello e la sua linea conteranno oltre 26 minuti!), a rincorrere una formazione che si era addirittura portata sul doppio vantaggio alla prima sirena, ad usufruire di evidenti aiuti arbitrali per rinsaldare la baracca (evidente fallo su N’Goy alla prima rete, dubbio fuorigioco sulla seconda). E la beffa avrebbe potuto essere maggiore, se Cereda non avesse chiamato il challange su un 3 – 2 bernese (poi fortunatamente annullato per fuorigioco molto evidente, ma che il linesmen, a due passi, non aveva fischiato!). Più forte della sventura, più forte delle avversità, la truppa di Cereda torna da Berna con la consapevolezza che, con lavoro e abnegazione, nulla è impossibile. Lo dimostra il buon Ostlung che ha sfoderato serata da applausi a scena aperta: che sia già in casa il sostituto di Manzato? Emblematica la sua storia: figlio d’arte, ultima apparizione in un derby alla Valascia senza storia, tanta gavetta in LNB, una pesante malattia alle spalle, eroe della serata. Sembra una storia del libro “Cuore”, ma anche questo è l’Ambrì, unico e inimitabile!

PELLETIER A LUGANO

Sarà SERGE PELLETIER a guidare il nuovo staff tecnico che prenderà, da subito, possesso della panchina per guidare la squadra nella difficile trasferta di Davos in serata. Con lui ci saranno anche quella vecchia volte di Paul DI PIETRO che in Ticino e in Svizzera non ha bisogno di presentazione, come ROB COOKSON, una valida esperienza con le formazioni giovanili e al fianco di Boucher e Crawford in NHL.

Per Pelletier si tratta di un ritorno, dopo i trascorsi ai tempi di Koleff (vittoria del titolo del 1999 alla Valascia) e principale artefice del titolo degli juniori Elite negli anni ’90