REAZIONE TARDIVA

L’Ambrì a Davos s’impappina sui fondamentali e lascia scappare i “buoi”; poi si ravvede, ma è troppo tardi per agganciare un treno che, seppure in classifica veleggia a ritmi molto superiori a quelli dei leventinesi, sul ghiaccio tutta questa differenza non si è fatta notare. Peccato perché, chiuso a reti inviolate il primo periodo, dove però gli uomini di Cereda si erano fatti preferire, non hanno perseverato e, scelleratamente, nel breve volgere di tre minuti, hanno consegnato nelle mani dell’avversario altrettante reti, frutto di imprecisione, errori grossolani, mancanza di adeguata concentrazione. L’avvio del terzo tempo suggellava l’ennesimo aiuto ai gialloblu che, giunti sul 4 – 0, ritenevano chiusa la pratica. Invece, mai vendere la pelle dell’Ambrì prima del tempo: con Rohrbach e la doppietta di Muller, i leventinesi facevano arrivare il fiato sul collo dei grigionesi che se la cavavano con la rete di Herzog a porta vuota, complice Zwerger (sua anche la cattiva gestione del disco in occasione della rete di Romanenghi nel derby!), per un 5 – 3 finale che va stretto ai ticinesi. Certo i molti cambiamenti nel line – up hanno bisogno di trovare l’assestamento necessario: oggi è andato in scena, forse un po’ forzatamente, un nuovo  Ambrì a trazione tutta anteriore nel pacchetto stranieri (a riposo Plastino), con il rientrante Sabolic in terza linea con Dal Pian e Neuenschwander. Esperimento apprezzabile, ma da rodare.

IL DERBY RESTA DELL’AMBRI’

Tutto esaurito, per la prima volta in stagione, e partita emozionante come deve essere la stracantonale, pur con i limiti attuali delle due squadre che hanno relegato la contesa ad un contenuto tecnico piuttosto modesto. Molti gli errori di impostazione, di gestione del disco e della situazione su entrambi i fronti: alla fine è prevalso il cuore e l’abnegazione dei biancoblu, più avvezzi a vendere cara la pelle e non mollare. Il ghiaccio (per la pioggia che filtrava dalla copertura delle pista) non era ottimale, ma merito ai padroni di casa che si sono meglio adattati alla situazione con giocate più semplici e redditizie, tanto che avrebbero potuto (e dovuto) chiudere i conti con maggiore anticipo, viste le numerosi situazione vantaggiose create davanti a Zurkirchen (2 contro uno o persino contro zero non concretizzate!). Il Lugano ha fatto certamente un passo indietro rispetto alla sfida con il Rapperswil, tornando inconcludente e pasticcione, senza neppure le attenuanti del suo avversario, costretto dagli infortuni ad un costante e continuo rimaneggiamento dei blocchi. Così “l’esperimento” di riunire D’Agostini – Flynn – Upshall (data l’assenza di Hofer) si è rivelato vincente perché le tre reti sono tutte venute da questa linea, autentico motore trascinante della formazione di Cereda.

IL RAPPERSWIL RINCUORA IL LUGANO

Ci voleva il Rapperswil per rincuorare un Lugano che era sull’orlo del baratro dopo sei sconfitte filate. Invece, con i sangallesi, sempre ostici, ma abbordabili, i bianconeri hanno messo subito le cose in chiaro, chiudendo un primo periodo decisamente positivo e con doppio vantaggio. Non complicandosi la vita nelle retrovie e con un avversario mai apparso in grado di provocare troppi grattacapi, il periodo centrale ha consentito alla squadra di Kapanen di incrementare il vantaggio e avere a disposizione margine sufficientemente ampio per amministrare la partita. Quando poi ce ne fosse stata la necessità, Zurkirchen si è fatto trovare pronto affinché Cervenka e compagni non arrecassero danno. Il derby è lanciato: incerto, ma con le quotazioni bianconere al rialzo. 

DAVOS TROPPO FORTE

Il Davos impone alla contesa un ritmo indiavolato e, sin dalle prime battute, appare chiaro che per il Lugano non è possibile reggere il passo. Lo tiene a galla uno Zurkirchen in gran spolvero, ma appare chiaro che  non potrà durare sino al sessantesimo. Invece, quasi dal nulla, in soli 17 secondi, nella ripresa succede quello che non t’aspetti: la formazione di Kapanen trova mordente e determinazione e, con Bertaggia e Lammer, piazza un uno  – due micidiale. Potrebbe essere la svolta, lo scossone che scuote le montagne. Niente di tutto questo: come a teatro, ciascuno torna ad interpretare i propri ruoli, il Davos ad imperversare, il Lugano nei panni del coniglio bagnato. La botta di Du Bois a stretto giro di posta è il segnale tangibile che la serata si concluderà così come i presagi avevano annunciato.    

IL LANGNAU PUNISCE UN LUGANO BALBETTANTE

Pareva la volta buona di scrollarsi di dosso un po’ di ruggine, ma la partita con il Langnau non è andata a buon fine, nonostante la netta superiorità nella occasioni da rete costruite. Il vantaggio di Sannitz aveva illuso i presenti che la serata potesse avere felice epilogo, stante l’imperversare, dalle parti di un Punnenovs quasi perfetto, degli avanti bianconeri che, a più riprese, hanno fallito il colpo decisivo. Tanto non è bastato per fugare dalla mente degli uomini di Kapanen vecchi fantasmi che, puntualmente sono riapparsi con gli svarioni difensivi che hanno consentito al Langnau di ribaltare la frittata e condannare i ticinesi alla quinta sconfitta consecutiva. Sconfitta che appare ancora più bruciante alla luce degli errori commessi e della fragilità mentale palesati. Ben se ne è accorta quella vecchia volpe di Ehlers che non ha esitato, nel momento topico, a gettare nella mischia solo i suoi uomini migliori, assestando il colpo di grazia a una barca che apriva falle con il passare dei minuti.

AMBRI’: WEEK END SOTTOTONO

Un solo punto alla Valascia contro il Losanna, il bottino biancoblu del fine settimana. Poco, ma anche un po’ di problemi emersi sul ghiaccio nelle due sfide previste (Friborgo e Losanna). Molta ruggine nelle gambe, e anche mentale, da smaltire dopo la lunga pausa per ritrovare il ritmo perduto. Così, alla St.Leonard, ampi spazi lasciati colpevolmente liberi di fronte al rientrante Conz, hanno consentito ai burgundi di veleggiare su un comodo 3 – 0 in una diecina di minuti. Salvata la capitolazione, che avrebbe posto fine ad ogni velleità, ci ha pensato D’Agostini, a cavallo della prima pausa, a rialzare le quotazioni con una doppietta. Non è bastato per raddrizzare definitivamente la baracca (complice un palo di Jelovac), ma la formazione di Cereda ha fatto troppo poco per ottenere il pareggio, specie nel terzo periodo.

Un po’ meglio la sfida con il Losanna, dove è venuta la prima rete svizzera di Scottie Upshall (che aveva già ottenuto un assist a Friborgo) e con la formazione leventinese che ha avuto buone opportunità, nel finale, di fare propria l’intera posta. Tuttavia, molto manca a questo Ambrì per raggiungere l’intensità di prestazioni mostrate prima dell’ interruzione per la Deutchland Cup: ancora pause nel ritmo che consentono all’avversario di rifiatare, fiammate improvvise che difettano (ma ormai è una costante) di quel killer instinct che solo potrebbe capitalizzare le non molte occasioni, imprecisioni di impostazione, dove, come in passato, il disco pare scottare sulla paletta. Non che il Losanna abbia fatto molto di più, ma fidando di un primo periodo giocato quasi costantemente in avanti (complice una serie di penalità comminate all’Ambrì che hanno fatto, non a torto, imbestialire il pubblico, e non solo), trovato il vantaggio con Genazzi, ha giostrato con Jeffrey e soci nel tentativo di piazzare il colpo decisivo. Non c’è riuscito, e ciò lo si deve alla propria imprecisione (qualche periodo della partita è stato un po’ sconclusionato con errori a ripetizione su entrambi i fronti) e alla maiuscola prestazione di un Manzato che non finisce mai di stupire. Come sostiene Cereda, non resta che lavorare e recuperare qualche nuova forza dall’infermeria (assente ancora Fora, anche se è rientrato N’Goy). Il derby sia di stimolo.

HERBURGER A LUGANO. JELOVAC LASCIA AMBRI’

Non c’è tregua nel susseguirsi di notizie che guardano al prossimo campionato, apparentemente dimenticando gioie e dolori del presente. Il LUGANO annuncia l’arrivo per le prossime due stagioni dell’austriaco, con licenza svizzera, RAPHAEL HERBURGER che già aveva solcato i ghiacci della Svizzera vestendo per tre stagioni la maglia del Bienne, prima di tornare in patria nel Salisburgo.

Lascia la Leventina IGOR JELOVAC, dopo quattro stagioni a fasi alterne, per accasarsi a Rapperswil per i prossimi due campionati

LUGANO DOLOROSO CAPITOMBOLO

Brutta ripresa delle ostilità del campionato per il Lugano che, di scena all’Hallenstadion, ha retto, e bene, un solo tempo ai Lions. Poi è naufragato senza appello sulla scia di una serie di errori difensivi clamorosi, un’abulia disarmante, una mancanza di idee e di stimoli davvero preoccupante. Del resto, il risultato finale (7 – 2 con un parziale del primo periodo di 2 – 1) la dice lunga sull’andamento della contesa. Lasciano perplesse, infine, alcune scelte tecniche. La partenza di Othamaa è stata compensata dall’ingaggio, sino a fine stagione, di Postma (da tempo presente alla Resega) e specialista del power play.  Ebbene, il canadese non è mai stato impiegato nell’esercizio. Nessun segnale, anche, dalla panchina per richiamare la squadra: non un time out, non variazione delle linee, Muller lasciato in balia degli eventi sino alla terza sirena. Insomma, una serataccia sotto tutti i punti di vista.

CONFERME E PARTENZE ANCHE AD AMBRI’

Giunge finalmente anche l’ufficialità dell’ingaggio di SCOTTIE UPSHALL, che vestirà la maglia dell’Ambrì sino al prossimo Natale, dopo aver superato con successo le rituali visite mediche. Purtroppo, ad un arrivo corrisponde una partenza: quella del portiere Dominic HRACHOVINA che si era fatto molto apprezzare come sicuro talento ma che, approssimandosi il rientro di CONZ (che sta disputando una serie di incontri preparatori con i Ticino Rockets), non troverebbe spazio in virtù della nazionalità straniera. Dall’infermeria, infine, notizie contrastanti: alle buone nuove sul conto di Conz, fanno da contraltare quelle negative di NOVOTNY che, annunciato rientrante dopo la pausa novembrina,  resterà ai blocchi e si spera di riaverlo per la Spengler.

C’E’ CHI SE NE VA …

Alla prima pausa della stagione, arriva il tempo dei primi bilanci e, chi può, corre ai ripari nel tentativo di operare qualche correttivo in corso d’opera. Operazione sempre difficile, perché le possibilità che si offrono non sono molte. Tuttavia, a Lugano, dopo la partenza anzitempo di SPOONER (che, per inciso, non sta brillando neppure in KHL), con la gara casalinga contro il Bienne si conclude anche l’esperienza di OHTAMAA, giunto in prestito dalla Finlandia ma diretto verso la KHL. Ora non resta che mettersi alla ricerca di possibili sostituti, probabilmente con priorità per un difensore, visto che la scelta dell’allenatore pare costantemente orientata ad un 2 + 2.

Non aveva mai fatto l’unanimità dei consensi, la situazione a Berna appare abbastanza complicata e difficile, dunque naturale che KOIVISTO, il difensore finlandese giunto in estate, sia pronto per lasciare la capitale elvetica.