Che le defezioni fossero troppe e che l’infermeria avesse fagocitato oltre mezza formazione, costituiva motivo per cui, nonostante le ristrettezze economiche di sempre, Paolo Dura gettasse un occhio sul mercato per vedere di arruolare qualche pedina utile alla causa. La scelta è caduta sul canadese SCOTTIE UPSHALL, 36 anni, un trascorso di spessore in NHL con oltre 800 partite e 298 punti, al momento senza contratto e desideroso di mettersi in luce alla Spengler nel Team Canada. Ha sottoscritto un contratto sino a Natale. Resta l’incognita della lunga assenza dal ghiaccio da protagonista. Lasciamoci stupire!
Mese: Ottobre 2019
IL DERBY ALL’AMBRI’
Che il derby sia partita affascinante e imprevedibile lo dimostra la serata della Resega dove un Ambrì formato cuore, coraggio e abnegazione ha messo alle corde un Lugano apparso molto sorpreso dalla verve dei leventinesi che, nel secondo periodo, erano avanti di un perentorio 3 – 0, indiscutibile sotto tutti i punti di vista. A quel punto, partita chiusa, verrebbe di dire. Invece, una rete a stretto giro di posta di Burgler, teneva accesa una speranza flebile, ma non estinta, che si trasformava in fuoco sacro solo nel finale, dopo rete rocambolesca (dormita colossale della retroguardia biancoblu) del 2 – 3, per l’immancabile aggancio ad una manciata di secondi dalla terza sirena. Eppure, mai nel corso della contesa, anche sotto l’arrembare avversario, la formazione di Cereda aveva smesso di essere presente in modo molto pericoloso dalle parti di Zurkirchen, fallendo, a più riprese, il colpo decisivo. E dire che, strada facendo, si erano persi per infortunio Kneubuhler (dal primo periodo) e Fora (dalla fine del secondo). L’Ambrì aveva in serbo il colpo di coda dei rigori (tutti a bersaglio) per portarsi a casa un meritato secondo punto, dopo averne perso per strada un terzo. Purtroppo la bella prestazione relega la formazione all’ultimo rango in classifica. Per il Lugano alti e bassi sono da mettere in preventivo. Certo è che, di fronte alla veemenza dei sopracenerini, Chiesa e compagni sono stati sorpresi e molli nella reazione, sino all’assalto finale.
LA PAZIENZA DEL LUGANO PREMIA
La partita con lo Zugo si prestava a molte chiavi di lettura, compreso, inevitabile, il confronto / rimpianto per la partenza di Hofmann. Che il casco giallo si sia dannato tutta la serata per rendere la vita difficile ai vecchi compagni era nelle corde; tuttavia, il Lugano non si è fatto prendere la mano e ha cercato, con pazienza, di tessere la sua tela, ad unico beneficio della sua situazione, indipendentemente da chi avesse di fronte. Ciò ha premiato, anche quando la frittata pareva fatta (rete in short hand degli svizzero centrali su ennesimo pasticcio difensivo). La rete di Bertaggia, puntuale per caparbietà e abnegazione, spianava la strada a un terzo periodo tutto a trazione anteriore che sfociava, solo all’overtime, nella rete della vittoria, guarda caso, sempre dell’ex: ma questa volta era Lammer.
AMBRI’ SEMPRE PIU’ IN AFFANNO
Settimana senza soddisfazione per l’Ambrì che raccoglie tre sconfitte consecutive, due tra le mura della Valascia (contro Berna e Davos), una in trasferta (Ginevra), tutte sottese da un unico comune denominatore: la sterilità offensiva che non consente di tradurre utilmente la mole di lavoro costruito. Certo le defezioni legate agli infortuni non aiutano (ma, ad essere onesti, il problema sussisteva anche prima), per cui si arriva ad un film già visto e rivisto gli scorsi anni: bravi, volenterosi, un po’ sfortunati, ma i punti li incamerano gli altri. Anche ieri sera, come nelle situazioni precedenti, è bastato poco per fare la differenza: due tiri ben assestati (di Rantakari e Lindgren) che hanno mandato nel cestino i ben 43 a 24 effettuati dal leventinesi nel corso dei sessanta minuti. Si spera che dall’infermeria qualcuno affretti i tempi (Zwerger, un po’ a sorpresa, è stato della partita con un apporto ovviamente limitato, ma beneaugurante), altrimenti la sorte appare segnata: con neppure un punto a partita, non si va lontani. Per fortuna la rassegnazione non ha ancora preso il sopravvento e, si spera, non lo abbia mai: la squadra lotta, si impegna ma una percentuale di realizzazione del 6% sui tiri effettuati, non consente di muovere la classifica.
COPPA AMARA PER LE TICINESI
Coppa amara per le Ticinesi, impegnate entrambe in trasferta. Che il sorteggio non fosse stato benevolo, specie con i leventinesi, opposti alla Tissot Arena alla loro “bestia nera” del Bienne, lo si sapeva prima di cominciare. Il verdetto finale, e relativi strascichi, era lungi dall’essere prevedibile. Cominciamo dal primo punto. 3 – 1 al 52′ non è bastato per portare a casa la vittoria: Kunzle, non solo ha realizzato e concretizzato la rimonta, ma ha anche segnato la rete del definitivo sorpasso all’overtime. Peccato che prima di tutto questo, in uno scontro con Sabolic (per altro autore della terza rete leventinese), avesse procurato un grave infortunio all’attaccante sloveno, portato a braccia fuori dal ghiaccio, senza che la quaterna arbitrale muovesse un dito. Infortuni come quello occorso a Sabolic fanno venire i capelli bianchi. Poi si giura che nessuno volesse fare danno ad un collega intenzionalmente, ciò non toglie che i falli restano falli e si dovrebbe provvedere. Specie da parte di chi è preposto alla regolarità della manifestazione.
Oltre alla beffa, stavolta anche il danno, perché il buon Sabolic andrà ad affollare la già nutrita infermeria dell’Ambrì’, si dice per almeno 6 – 8 settimane, trattandosi di un infortunio ai legamenti del ginocchio (non meglio precisato).
Sotto l’aspetto del risultato, non è andata meglio al Lugano che in quel di Davos è scivolato ai rigori e al cospetto di un Ambuhl che ha imperversato sia nei tempi regolamentari che nei rigori. I bianconeri hanno avuto qualche occasione oltre l’iniziale vantaggio di Burgler, ma Zurchirken ha dovuto sfoderare parete di spessore per capitolare una sola volta prima della terza sirena.
Intanto anche la telenovela di SPOONER si conclude come era logico attendersi: se ne va in KHL e approda alla Dimano Minsk con beneplacito di tutti. E poiché Ohtamaa non è poi così sicuro di fermarsi a lungo in riva al lago, la società si è premurata di tenere in stand by un possibile sostituto: l’americano PAUL POSTMA, 204 gare in NHL e 239 in AHL, che, al momento, si allena con i bianconeri
AMBRI’ DI RIGORE

Nel segno della continuità, l’Ambrì raccoglie punti preziosi sulla difficile pista della Ilfis: due, dopo i rigori, ma potevano essere tre se, a una manciata di secondi dalla fine, la sfortuna non ci avesse messo del suo. Un tiro di Di Domenico indirizzato decisamente out, incocciava la gamba di Fischer per finire imprendibilmente alle spalle dell’ottimo Manzato. Tuttavia, qualche ingenuità la formazione leventinese l’ha commessa: la più consistente proprio in occasione della superiorità concessa in occasione del 3 – 3. I ticinesi controllavano agevolmente la situazione, in condizioni di superiorità, ma offrivano un clamoroso contropiede che Trisconi era costretto a fermare fallosamente (fallo, sia chiaro, ben speso). Dagli sviluppi della situazione, il pareggio dei padroni di casa. In soldoni, con maggiore attenzione nella gestione del disco, i tre punti sarebbero stati in saccoccia! Per il resto il Langnau ha attaccato a folate costringendo gli ospiti in affanno, sull’onda d’urto dei suoi uomini migliori che Ehlers continua a spremere oltre l’inverosimile (reggeranno?), ma gli uomini di Cereda sono stati capaci di pungere in contropiede e acquistare, strada facendo, maggiore autorità per giostrare, nel terzo tempo, con controllo della situazione. Subito il 2 – 2 (sempre in inferiorità), l’Ambrì ribatteva con D’Agostini il temporaneo 3 – 2. Poi nulla nell’overtime sino ai rigori, dove Manzato (ancora un’ottima prestazione) chiudeva a doppia mandata la porta e consegnava il meritato punto supplementare.
LUGANO CHE NON T’ASPETTI: SBANCA BERNA

Del giorno prima la notizia del rinnovo per ALESSIO BERTAGGIA che farà altri due anni in bianconero, mentre per SPOONER cominciano ad aleggiare spifferi di KHL. La partita di Berna poteva essere molto più insidiosa del solo impatto con gli orsi alla PostFinance Arena. Invece, qualche fischio è piovuto dalla tribune all’indirizzo degli uomini di Jalonen (cui è stato rinnovato contratto in settimana, un po’ contro le esigenti tendenze della capitale), costretto a chiamare un time out a metà partita. Se il Berna ha i suoi demeriti, nonostante Schlegel abbia fatto gli straordinari perché la situazione non precipitasse ancor prima, molto merito lo ha il Lugano che ha messo a nudo impietosamente i limiti dell’avversario, imperversando nel terzo rossogiallonero per ampi tratti della contesa. A poco è valsa la vena “anti Lugano” di Inti Pestoni, tornato nel marcatore con una doppietta. La formazione di Kapanen ha giostrato con sicurezza sia tra le retrovie, dove il duo straniero ha dettato legge, sia in attacco.
L’AMBRI’ LASCIA LA CHL A TESTA ALTA
Come già dal giorno prima si sapeva, il risultato della Valascia sarebbe stato ininfluente per le sorti dell’Ambrì in CHL. Eppure i Leventinesi hanno voluto onorare sino in fondo la propria partecipazione e, benché non qualificati per la fase successiva, restano la formazione che ha ottenuto più punti tra gli esclusi (10). La partita con il Brystica ha offerto a Cereda l’opportunità di fare qualche cambiamento alla luce delle defezioni per infortunio: così è stato chiamato Gerlach dai Rockets, insieme a Moor e Payr, mentre sono rimasti a riposo Flynn, Fora, Ficher e Dotti. Nonostante tutto, la partita, apparsa a tratti spigolosa per il solito modo di interpretarla da parte degli slovacchi, ha preso subito una piega favorevole per i padroni di casa che al 22′ già veleggiavano su un comodo 2 – 0. Purtroppo, nell’occasione, l’autore del gol (D’Agostini), riceveva disco su un dito e si procurava vistosa ferita che lo costringeva ad abbandonare la contesa. Così il Banská risaliva pian piano la corrente e perveniva sino al vantaggio (3 – 2 in avvio di terzo periodo). Alle maniere forti degli ospiti, l’Ambrì rispondeva per le rime e la bagarre che ha visto protagonista Misha Moor dava il là alla riscossa: pareggio di Sabolic (finalmente a bersaglio) e vantaggio definitivo di Dal Pian (sempre più convincente e propositivo nello scacchiere di Cereda). Un risultato che nell’ottica del coach ticinese corrobora quella propensione alla continuità cui tanto anela.
LUGANO VINCE MA NON CONVINCE
Torna al successo il Lugano, seppure all’overtime e salva prestazione incolore sulla pista di Rapperswil, grazie ad una rete in extremis di Lajunen ed il game – winning gol di Zangger al supplementare. Serata a lungi tratti poco edificante su entrambi i fronti, ma con i padroni di casa che hanno osato di più e sono pervenuti al meritato vantaggio in avvio di ripresa. Le poche idee e confuse hanno trovato un lampo nella penalità a Ness (a meno di 5 minuti dal termine) che consentiva una superiorità numerica ticinese, concretizzata, finalmente, da Lajunen per il pareggio. poi, come detto, anche il sorpasso a ranghi ridotti.
L’avvicinamento alla partita era, però, stato dominato dalle illazioni su Spooner, divenuto un po’ “l’oggetto misterioso”: venuto per rilanciarsi e fare ritorno ai lidi che gli competono, è relegato costantemente al ruolo di straniero in sovrannumero. Le interviste della settimana di allenatore, giocatore e D.S. non hanno portato elementi per dipanare la intricata matassa, anzi. Una sconfitta avrebbe acuito la situazione anche sotto questo aspetto. La vittoria non rasserena, ma calma le acque. A patto che non si ritorni al consueto errore di nascondere la polvere sotto il tappeto.
FARJESTAD VINCENTE
L’avventura di Champions Hockey League per l’Ambrì termina qui, indipendentemente dal risultato che si dovesse verificare nella partita di questa sera alla Valascia contro gli slovacchi del Banská Bystrika. Infatti, l’altra sfida del girone, disputata ieri a Karlstad, ha visto la vittoria per 3 – 1 degli svedesi sui tedeschi del Monaco, già qualificati. Con il successo, la formazione bianco verde non è più raggiungibile in classifica dai leventinesi, anche in caso di vittoria. Vedremo quale schieramento metterà in pista Cereda per l’occasione, tenendo conto dell’indisponibilità di Zwerger (sino a dopo la pausa della nazionale di novembre) per una lesione alla caviglia rimediata nel finale della partita con il Rapperswil.