GRANDE AMBRI’ STENDE IL BIENNE

Grande prova della truppa di Cereda che costringe la capolista Bienne ad uscire dal ghiaccio a bocca asciutta per la prima volta in stagione. Merito tutto dei leventinesi che hanno costruito con pazienza, tenacia e spirito di squadra, la migliore partita della stagione. Non si sono disuniti neppure quando, un po’ contro l’andamento della partita, Ratgheb ribadiva in rete un disco respinto da Manzato, giungo come una doccia fredda dopo un ennesimo palo di Sabolic. Salvati dal portiere dal possibile raddoppio, i biancoblu hanno innestato a testa bassa la baionetta e, con un terzo periodo da incorniciare, hanno ribaltato la situazione con un parziale di 3 – 0.

A fine partita il Bienne ha presentato un protesto, poi non confermato, per un presunto errore arbitrale. In effetti, la quaterna “zebrata” non ha fatto un figurone nella circostanza. I fatti nel secondo periodo: penalità differita nel terzo dell’Ambì fischiata a Dotti e portiere bernese che lascia la gabbia. Il disco viene controllato dai padroni di casa mentre il gioco prosegue, per cui si crede che la penalità sia a carico del Bienne. Paupe torna in porta precipitosamente e Manzato esce. Disco perso dagli uomini di Cereda e Kreiss lo infila nella porta sguarnita. Finalmente Lemelin (che era stato tutto il tempo con il braccio alzato) manda in panca Dal Pian e annulla la rete.

LUGANO SCIUPONE

Pareva una serata da incorniciare, quella che alla Corner Arena vedeva di fronte i bianconeri di Kaponen al Ginevra primo in classifica, tanta mole di gioco e di azioni stavano costruendo i padroni di casa per consolidare il vantaggio di Romanenghi, ottenuto dopo solo un paio di minuti. Invece, più il tempo passava, più tornava a profilarsi il solito match contro i granata: squadra sempre sull’orlo della capitolazione che si aggrappa a qualche puntello per non affondare (nella fattispecie il portiere Descloux, davvero superlativo per tutto l’arco della gara), ma capace di cavare dal cilindro il colpo a sorpresa dopo aver narcotizzato avversari e pubblico. Così, quando in short hand, Wick ha trovato modo di impattare, lo spauracchio della beffa si è fatto più concreto. Il Lugano non è riuscito a reagire al colpo subito e il Ginevra ne ha approfittato per avanzare il baricentro e tenere lontano la minaccia. Non sono mancate le occasioni neppure all’overtime, ma il disco decisivo si è infilato alle spalle di Zurchirken. Passa agli archivi un match dove il “cantiere” ticinese ha mostrato grandi progressi, ma ancora lacune importanti cui solo il tempo consentirà di porre rimedio. 

HOFER A BIENNE

Nessuno stupore, ormai così va il mondo. Di oggi la notizia che l’austriaco, con passaporto svizzero, FABIO HOFER lascerà la Leventina nella prossima stagione per accasarsi a BIENNE per due anni. Inevitabile che, dopo le convincenti prestazioni dello scorso anno, confermate dal campionato appena iniziato, in molti, dal portafoglio corposo, avrebbero messo gli occhi sulla piccola guizzante e prolifica ala. 

TICINESI ALLA PRIMA VITTORIA

Serata decisamente favorevole alle formazioni ticinesi che, entrambe tra le mura amiche, hanno ottenuto bottino pieno per la prima volta in stagione.

Cominciamo dall’AMBRI’ che, opposto al LANGNAU, ha ottenuto una vittoria basta sulla determinazione e sulla volontà di portare a casa un risultato favorevole, venendo a capo di una partita spigolosa, rognosa, vibrante, come spesso accade quando ci si trova di fronte i tigrotti dell’Emmenthal. Non che nel primo periodo la formazione di Cereda abbia tardato ad entrare nel vivo della questione, ma i molti spunti non hanno trovato quel focus capace di far scattare la scintilla in più per tramutare le buone intenzioni in risultato concreto. Ciò si è verificato nel tempo conclusivo ( i primo due si erano chiusi a reti inviolate, ma con un palo all’attivo per parte) e ne è emblema la rete di Zwerger che, su assist di Sabolic (primo punti in Svizzera), ha messo in campo quel “quid” in più per insistere e scaraventare in rete un disco che ha dischiuso la via verso il successo. Sono venuti poi il raddoppio definitivo di D’Agostini a la chiusura a doppia mandata della gabbia di Manzato (primo shut out) che appare ben augurante per una difesa tornata prepotentemente attenta. Come dice il coach la vittoria è il miglior team building, ed il 2 – 0 rifilato al Langnau, affatto formazione addomesticabile, appare di buon auspicio per lanciare una stagione che aveva mostrato luci ed ombre, raccogliendo meno del dovuto. Anche i due punti a tabellino di Sabolic fanno morale.

Non è stato da meno il LUGANO, opposto al BERNA campione (4 – 2), mostrando un netto e deciso passo in avanti, dopo la buona prestazione di Zugo. E’ stata vittoria basata sulla solidità difensiva e sulla tenuta mentale per per tutto l’arco della gara, con crescita esponenziale, considerando le ultime tre prestazioni. All’ottimo primo tempo, chiuso sul doppio vantaggio, ha fatto seguito una ripresa dove la formazione di Kapanen ha preso in mano il pallino della situazione e, contrariamente ai cali di tensione del passato recente, non lo ha mollato sino alla fine. Bene anche le prestazioni dei singoli, dove il duro lavoro comincia a dare frutti

ANCHE IL LUGANO TROVA IL PRIMO PUNTO

Muove un passo in classifica anche il Lugano sulla temibile pista di Zugo, giocando partita convincente, con buon piglio, capace di tenere testa a formazione molto quotata, anche se non ancora al meglio del suo potenziale valore. Quando gli svizzero – centrali prendono in mano il pallino della situazione, specie con il loro blocco migliore (ma gli altri sono inferiori?) i pericoli fioccano a grappoli (vedi due ferri colpiti da Hofmann). Ma si deve anche annotare che la squadra di Tagnes raccoglie meno di quanto ci si attende, forse per una inevitabile propensione a strafare che consente all’avversario di porre rimedio; non solo, ma lo sbilanciamento, apre varchi difensivi che, come nel caso della rete di Burgler, scompaginano le carte e rendono la situazione ancora più ingarbugliata. Il Lugano è stato abile nel capitalizzare al meglio le occasioni avute, sfiorandone altre decisamente ghiotte, raccogliendo un punto importante anche per il morale.

L’AMBRI’ C’E’, MA TROVA SOLO UN PUNTO

Nella sfida con Il Ginevra, l’Ambrì compie altri significativi passi in vanti sulla via del completo “recupero”, ma alla fine raccoglie troppo poco rispetto a quanto seminato. Il punto guadagnato, alla resa dei conti, suona come due “persi”, vista la mole di azioni che, già nel secondo periodo, ma soprattutto nel terzo, la formazione di Cereda ha costruito. Un attento Descloux, un paio di “ferri”, la mancanza, ancora, di quel pizzico di freddezza che consente di tramutare un’occasione ghiotta in punti preziosi. Forse anche per Cereda gli equilibri non sono ancora definiti. Questa sera ha optato nuovamente per Hrachovina tra i pali, escludendo, per la prima volta, Sabolic e promuovendo Trisconi nel top six. Mossa dettata anche dalla necessità, con Zwerger che ha trovato il primo gol stagionale, ma dove, per il momento, il solo D’Agostini appare all’altezza della sua fama. Qualche disattenzione difensiva costa sempre moltissimo: si veda la rete del primo pareggio, dove il giovane Le Coultre è stato bravo, ma nessuno gli ha reso la vita difficile, oppure la sfortunata deviazione di Ngoy (2 – 2 appena dopo la rete in short hand di Fora). Nelle prossime gare, molte sono alla Valascia: che il sostegno dei propri tifosi faccia scoccare quella scintilla che tarda ad accendersi! 

TICINESI: PROPRIO NON CI SIAMO

Proprio non ci siamo! terza sconfitta su altrettante partite per l’Ambrì, seconda (ma perché ha giocato una volta di meno) per il Lugano, ancora alla Resega.

Cominciamo dai bianconeri. Gioco confuso, pur se con voglia di fare, ha portato ad una certa pressione sulla retroguardia del Davos, concretizzando il modesto vantaggio su appoggio di capitan Chiesa e risposta di Van Pottelberghe non certo da inserire nel manuale dell’hockey. Poteva essere la svolta che conferiva serenità di manovra. Invece, nella saga degli errori,  i grigionesi, affatto trascendentali, potevano trovare pareggio e allungo con un a doppietta di Marc Wieser e, nel terzo periodo, suggello definitivo dal piccolo ma guizzante svedese Tedenby (cui, nel primo tempo, era già stata annullata una segnatura per bastone alto di un compagno). Rispetta alla pur inefficace uscita con il Losanna qualche passo indietro la formazione di Kapanen lo ha fatto: confuso prima del vantaggio, peggio dopo.

Non poteva essere la terra bernese quella di facile mietitura. Ma l’Ambrì ha sempre trovato le serate migliori al cospetto di avversari di rango. Ed in effetti, schierato in porta Hrachovina (rinunciando a Plastino), il team leventinese ha disputato probabilmente il miglior tempo della stagione nei primi venti minuti della Bernarena. Peccato per quel palo colpito da Flynn sullo 0 – 0 e per la confusione difensiva che consentiva al liberissimo Moser di appoggiare in rete l’illuminazione di Arcobello. Ad un primo periodo decisamente promettente, faceva seguito una ripresa da annichilire: due reti in shurt hand nel volgere di 30 secondi archiviavano definitivamente la pratica nel peggiore dei modi. Clamoroso l’errore di Fora sulla prima segnatura: tiro dalla blu, controllo avversario, esce per il cambio. Il pur bravo Ebbett, che di regali non ha bisogno, non credeva ai suoi occhi vedendo l’autostrada che gli si apriva davanti. Il 4 – 0 di Praplan, pochi istanti dopo, aggiungeva nulla alla situazione. Insomma: così non va, soprattutto per i grossolani errori individuali che, poi, compromettono seriamente l’andamento dell’incontro. In più manca quel fuoco sacro che ha da sempre contraddistinto la formazione di Cereda. Urge un cambio di tendenza al più presto!

AMBRI’: COSI’ NON VA!

Le belle cose della sera precedente contro il quotato e attrezzato Zugo, sono svanite al vecchio Lido dove il Rapperswil, senza strafare e limitandosi alla semplice “normalità”, ha raccolto tre punti importanti e festeggiato persino lo shut out di Nyffeler. E dire che l’avvio della contesa non era stato male per i leventinesi, spesso ad impensierire il portiere sangallese, con Sabolic e Muller (ma anche altri) cui è mancato il killer instinct per tramutare in moneta contante il lavoro prodotto. Sul finire del primo periodo, l’errore di Plastino (che serviva alla blu Cervenka) dava il là alla deviazione volante di Clark, solo davanti a Manzato, per quell’1 – 0 che sarebbe stato decisivo. Da quel momento l’Ambrì non si è più risollevato dal torpore, lasciando spesso la sua retroguardia allo sbando e Manzato a fare da ultimo solitario baluardo. Se si aggiunge l’indisponibilità, per una diecina di giorni, di Kostner (che con i compagni di linea era l’anima della formazione), si comprende che l’avvio leventinese comincia a destare qualche apprensione. E martedì si gioca a Berna!

UN AMBRI’ CHE LOTTA FA DUBITARE ANCHE LO ZUGO

Il troppo timore riverenziale aveva portato lo Zugo ad essere quasi padrone della situazione già nel primo periodo. Ma le partite si chiudono al sessantesimo e i leventinesi, scesi sul ghiaccio nella ripresa con ben altro piglio, sbloccavano il risultato sugli sviluppo di un power play con D’Agostini e, per nulla intimoriti dal nuovo allungo di Senteler (scaturito un po’ per caso), macinavano ghiaccio e chilometri e trovavano il meritato premio con Trisconi, prima della seconda pausa, ed il  pareggio con Kostner in apertura del conclusivo terzo. La partita era ormai ad armi pari ed un punto non avrebbe fatto difetto. La bilancia pendeva dalla parte ospite per merito del solito Hofmann che fulminava un Manzato, in altre circostanze, a tratti sfortunato (deviazione di Muller sul secondo gol), a volte impreciso. Trascinatori di serata il trio Bianchi – Kostner – Trisconi, marchio di fabbrica dell’Ambrì targato Cereda: non solo scendono sul ghiaccio contro il miglior blocco avversario, ma si permettono di andare a pressare e realizzare due reti di ottima fattura. Ora si attende che gli altri esprimano analoga energia e determinazione. Flynn e Sabolic, in particolare, hanno mostrato segnali di miglioramento, ma l’asticella delle esigenze appare ancora lontana. Si spera che si avvicino già a Rapperswil, formazione decisamente più “vicina” all’Ambrì, dunque diretta concorrente.

LUGANO INCOMPIUTO, PASSA IL LOSANNA

Che il Lugano sia lungi dall’aver trovato assetto e quadratura, lo si sapeva. Lo ha reso ben evidente stasera il Losanna che, forte di una organizzazione di primo livello, con uomini che sanno bene quello che devono fare in ogni momento e in ogni situazione, non si è scomposto di fronte al generoso attacco bianconero (arrivato a condurre per 2 – 0 alla prima sirena), ha approfittato come gatto sornione delle sbavature difensive dei padroni di casa e ha colpito affondando l’avversario con un parziale di 5 – 0. Ciò non toglie che il Lugano abbia anche mostrato cose positive, ma alla prima uscita di campionato il cantiere appare ancora aperto. Lo ha capito e condiviso la “Nord” che, a fine partita, ha chiaramente mostrato di apprezzare l’impegno profuso a compensazione del risultato mancato.