Ricorrendo per l’ennesima volta all’overtime, la formazione di Jalonen impatta la serie espugnando la Bossard Arena, dopo partita decisamente più equilibrata, con gli orsi più aggressivi e presenti, sempre avanti nel punteggio, sino a quello definitivo dei prolungamenti. Nel primo periodo, una carica su Grassi, aveva tolto di mezzo dalla contesa il ticinese, accompagnato negli spogliatoi e poi non più tornato neppure in panchina (l’impressione era quella di un giocatore scosso dall’impatto e dolorante per un trauma all’arto superiore). Assente giustificato anche Almquist (ancora da definire la sanzione a suo carico), quindi gialloneri a trazione anteriore con i rientranti Haas e Boychuk. Proprio il numero 92 sbloccava il risultato nel secondo periodo, subito rintuzzato da Roe (poweplay), nuovo vantaggio ospite con Mursak, prima del pareggio di Everberg (ancora in superiorità) che doveva durare sino al sessantesimo. Eppure, per chiuderla anticipatamente, entrambe le squadre avevano avuto l’opportunità: prima il Berna con palo di Arcobello, poi lo Zugo che poteva sfruttare meglio l’inutile penalità rimediata da Scherwey a 4 minuti dal termine. Tutto rimandato il verdetto finale: una prima rete dei bernesi (opera di piede di Scherwey) era giustamente annullata da gli arbitri, poi Heim trovava il timing giusto per l’accorrente Sciaroni per il 3 – 2 definitivo
Mese: Aprile 2019
LA PRIMA E’ DELLO ZUGO
Come ormai di … consuetudine, il BERNA buca la prima casalinga e soccombe, abbastanza nettamente, allo ZUGO nella prima di finale (4 -1 il punteggio, ma anche 32 – 18 il computo totale dei tiri in porta, con parziali nel secondo e terzo periodo addirittura di 11 – 5 e 11 – 4). Segno tangibile che la formazione di Tangnes ha impiegato un tempo per carburare, poi ha messo il turbo e per i Bernesi non sono rimaste che le briciole. Hanno, per la verità, colpito anche due pali, ma questo non inficia la nettezza del risultato e la necessità che, se si vuole arrivare al titolo, occorre mettere sul ghiaccio ben altri argomenti (non certo quelli di Almquist che, quando sarebbe stato necessario concentrare gli sforzi, ha rimediato penalità di partita con fallo tanto inutile quanto pericoloso su Suri). Giostrando rigorosamente a quattro blocchi, la formazione zugana ha permesso ai suoi uomini di distribuire bene le forze e, di conseguenza, essere maggiormente incisivi: probabilmente sarà questa la chiave di lettura della sfida.
LA FINALE SARA’ BERNA – ZUGO
Con netto margine (anche più evidente dell’eloquente 5 – 1 finale) il BERNA travolge uno spento BIENNE ed approda, per la terza volta in quattro anni, all’atto conclusivo del campionato. Giochi apparentemente fatti già nel primo periodo, con la rete di Scherwey, il raddoppio di Sciaroni (con infortunio di Hiller) e botta definitiva di Untersander: il tutto in poco più di dieci minuti. In effetti, prima della sirena, arrivava il gol di Maurer che poteva, virtualmente, tenere accesa una speranza, subito spenta, in avvio di ripresa, da Krueger (con deviazione di Ruefenacht). Da quel momento c’era solo il Berna a controllare e, per i Seelanders, diventava problematico anche entrare nel terzo avversario. Alla fine ha vinto la squadra che ha dominato la regular season e dove il Bienne, pure terzo, si era collocato a una ventina di punti di distanza. Forse, anche questo vuol pure significare qualcosa.
MOVIMENTI IN PANCHINA
Con la conclusione deludente della stagione, alcune formazioni procedono ai correttivi ritenuti necessari per affrontare al meglio la prossima. Si parte ovviamente dalla panchine per alcune di esse. Lo ha già fatto il LUGANO mettendo sotto contratto per le prossime due stagioni Sami KAPANEN, si avvia a farlo lo ZURIGO. Il contratto di Arno Del Curto non sarà rinnovato. Si chiude mestamente, per il tecnico, una parentesi decisamente breve e sfortunata: a Zurigo, come sostiene la stampa locale ben informata, si ha sempre fretta e troppi soldi, per cui non si aspetta. Se un risultato non viene raggiunto, si cambia strategia. I mezzi per realizzarla non mancano, ma si rischia di andare a tentoni e di fallire nuovamente. Sia in panchina dove, negli ultimi anni, si è assistito a un turbinio di persone e, conseguentemente, di filosofie di gioco con il grottesco che, l’unico risultato vincente è stato un allenatore acchiappato in corso d’opera e successivamente messo alla porta (Kossmann). Ora si apre la solita caccia alla nuova figura: si fanno i nomi di GRONBORG (che lascerà la Nazionale Svedese) oppure dei ritorni di KOSSMANN e CRAWFORD. Per il buon Arno si suggeriva un ritorno alle origini: non in quel di Davos, ma un una realtà simile: Langenthal (ma esclusa dai dirigenti bernesi per un salary cap di 100.000 Fr per tutti), Olten (alla ricerca del salto verso la LNA) o Kloten.

Brutte notizie anche per Chris MC.SORLEY che non dovrebbe più essere alla transenna di Ginevra ma rimanere solo nella stanza dei bottoni come figura dello staff dirigenziale. Al suo posto si parla del canadese PATRIC EMOND, da diversi anni nella città di Calvino quale head coach degli Juniori Elite. Ma che farà il vulcanico e poliedrico Chris?
DAVOS E RAPPERSWIL SALVI COMUNQUE
Per la relegazione finisce mestamente la finale tra DAVOS e RAPPERSWIL, con vittoria dei grigionesi che chiudono annata decisamente deludente. Non sorridono i sangallesi che si consolano con la salvezza raggiunta perché il LANGENTHAL, vincitore della LNB ha rinunciato allo spareggio, essendo scontata, in caso di vittoria, la sua impossibilità ad accedere alla LNA per la mancata omologazione della pista. Anche in questo caso, la Lega poteva risparmiare il teatrino delle dichiarazioni, prima sì, poi no sui requisiti delle formazioni che militano nella serie cadetta. Che la Schoren fosse così come la vediamo oggi, lo si sapeva anche ai nastri di partenza del campionato. Ora la stessa Lega ha escluso sanzione per i mancati incontri sul conto delle due contendenti (e ci mancherebbe!). Dunque? Nessuno vuole ammetterlo, ma la Lega chiusa, consentendo a Kloten e Olten (uniche formazioni ad avere i requisiti la promozione) ove volessero di accedervi, appare l’unica soluzione possibile, evitando pasticci e partite dal sapore dopolavoristico. Quanto al Langenthal, 3 vincitore del campionato negli ultimi sette anni, se ne riparlerà solo all’avvenuta costruzione della nuova pista: in autunno ci sarà un referendum popolare, poi si vedrà. Ammesso che tutto fili liscio, ci vorranno almeno 7 / 8 anni. Zaugg scriveva: come il mostro di Lochness, tutti ne palano, nessuno lo ha visto!
ZUGO IN FINALE – BERNA E BIENNE ALLA BELLA
Lo ZUGO chiude i conti con il LOSANNA ormai a corto di argomenti con prestazione che lo pone in condizioni di ambire decisamente al titolo indipendentemente da come si mettano le cose nell’altra semifinale. Sorretto sa un “pacchetto” stranieri tanto redditizio quanto privo di fronzoli, con un supporto autoctono di tutto rispetto (ottimo Senteler nell’ultimo atto, con rete da manuale dell’Hockey per il giochino con cui si è “bevuto” Genazzi), avrebbe le carte in regola per sottomettere un balbettante BERNA (ancora all’asciutto di vittorie tra le mura amiche!) o il BIENNE, sicuramente buona squadra, ma gestibile, alla prima finale della sua storia. Con i rinforzi già dichiarati di Genoni in porta e Hofmann in attacco, l’occasione è ghiotta per aprire un ciclo anzitempo: la conferma sino al 2021 di Tagnes potrebbe essere indizio significativo. Il LOSANNA ha lottato per quanto ha potuto ma ormai, nonostante il rientro di Jeffrey sono mancate le forze necessarie per invertire un trend divenuto, di partita in partita, inarrestabile (ben sette periodi consecutivi senza andare a rete, hanno scavato un solco difficilmente colmabile).
Il BERNA, sconfitto ancora una volta dal BIENNE in casa, ha acciuffato l’ultimo treno utile per non capitolare definitivamente alla Tissot Arena: 1 – 0 il risultato con rete in apertura di Untersander e serata di grazia per Genoni al suo primo shut out dei play off. Basterà per permettere agli orsi di approdare alla finale sfruttando il fattore casalingo, per altro mai positivo sinora?
BERNA E ZUGO HANNO FRETTA!
Il BERNA impatta la serie espugnano la Tissot Arena, superando il BIENNE apparso per l prima volta a corto di idee e di gambe. Gli Orsi hanno colpito con cinismo l’avversario nel suo momento migliore e, fatto il break sul 2 – 0 si apprestavano a gestire la situazione. Ci ha pensato Sciaroni, con una carica tanto pericolosa, quanto inutile, a rimediare una penalità di partita che poteva offrire ai Seelanders l’opportunità di rimettersi in corsa. Invece, la rete di Brunner accendeva una speranza, ma nulla più. In altre occasioni, si sarebbe assistito a ben altro risultato.
Lo ZUGO allunga con il secondo shout out consecutivo di Stephan su un LOSANNA che pare aver smarrito la via della rete: un computo di 13 – 4 e 17 – 6 tiri in porta nei primi due tempi la dicono lunga della scarsa propensione a creare grattacapi agli svizzero centrali.
Nella finale tra RAPPERSWIL e DAVOS, i gialloblu allungano espugnando la pista del Lido. I sangallesi ci avevano provato a vender cara la pelle e tentare l’aggancio, ma anche la risurrezione dall’1 – 3 al 3 – 3 per tempo conclusivo, non aveva regalato soddisfazioni, perché gli uomini di Vitolinsh avevano un serbo un guizzo finale: 5 – 3 e opportunità ridotte al lumicino. Lumicino che, tuttavia, non rischierà di estinguersi perché il LANGENTHAL, meritevole vincitore (in sole 4 gare) del titolo di campione di LNB, non avendo i requisiti per la massima divisione, perché la Schoren non è omologabile, non potrà salire, anche in caso di vittoria allo spareggio. Il direttore della LNB ha precisato che l’incontro si farà, ma per pura “accademia”! Che senso abbia tutto questo, rimane molto misterioso….
KAPANEN NUOVO COACH DEL LUGANO
Era nell’aria da tempo, mancava solo l’ufficialità che ora è venuta: SAMI KAPANEN è il nuovo coach del Lugano. Ha firmato un contratto che lo lega ai bianconeri per le prossime due stagioni. Chi sia il nuovo allenatore è presto detto: 918 presenze in NHL con 493 punti all’attivo, vestendo le maglie di Caroline e Philadelphia, prima del ritorno in Finlandia in quel KalPa che lo ha visto alla transenna anche all’ultima (vittoriosa) Coppa Spengler. Nella formazione della Liiga ha anche vestito i panni del D.S.: insomma una persona a tutto tondo, capace, competente, dedita alla crescita dei giovani (si pensi ai gioielli messi in mostra proprio nel torneo davosiano).